Trieste, 26 Aprile 2024

Basta scusarsi, servono scelte drastiche e pugni sul tavolo

20 Novembre 2022 Autore: Gabriele Lagonigro

C'è una cosa che ci è rimasta particolarmente impressa dal disastro di ieri a Vicenza ed è la faccia di Pavanel a fine gara in sala stampa. Affranto, distrutto, senza parole. Una sola volta avevamo visto un tecnico alabardato in queste condizioni: Maurizio Costantini, dopo il 3-3 con la Pro Dronero in finale di Eccellenza, era giunto ai microfoni con le lacrime.

Il viso di Pava, ieri sera al “Menti”, diceva tutto sull'impasse creatasi in casa Unione. Non c'è spiegazione a quanto sta succedendo, perché gli acquisti saranno anche stati sbagliati ma la squadra, per i nomi che ha in rosa e per il monte ingaggi (il quarto di tutta la C) non è da terzultimo posto e francamente, dopo sette sconfitte in 14 gare, una paura fottuta che attanaglia i giocatori, uno spirito di squadra assente, la mancanza di leader ed una condizione fisica precaria (il Vicenza ieri arrivava sempre primo sulla palla) risollevarsi appare complicato. Aggiungiamoci anche che la piazza, la società e forse gli stessi calciatori non sono abituati a lottare per salvarsi in terza serie e questo complica ulteriormente la situazione.

Romairone, che i tifosi vedono come il principale responsabile per questo girone d'andata disastroso, si è presentato per primo ai microfoni chiedendo ancora una volta scusa, come fatto una settimana fa dopo il Renate ma a domande specifiche sui motivi della crisi e sugli errori commessi in estate e durante questa prima parte di stagione non ha dato risposte chiare. Perché, probabilmente, non li sa nemmeno lui. Il calcio, d'altronde, a volte è così: puoi prendere giocatori sulla carta validi ma se non si crea lo “spogliatoio” prendi sberle da tutte le parti. Romairone però potrebbe almeno ammettere che la squadra dell'anno scorso non andava smantellata in toto e che cinque o sei elementi dell'era precedente erano migliori dei 24 acquistati in estate. Oltretutto l'aplomb, a questo punto, potrebbe lasciare spazio a qualche parola fuori posto, ad un pugno sbattuto sul tavolo e ad uno “j'accuse” più diretto, magari con nomi e cognomi. Altrimenti, in questa pochezza anche caratteriale, la squadra rischia di deprimersi ulteriormente.

Pavanel non è in discussione e ci mancherebbe ma i numeri dicono che Bonatti aveva raccolto 7 punti in altrettante partite mentre l'attuale mister alabardato solo 4 (sempre in sette match) con quattro gol fatti e quattordici subiti. Ricambiare non avrebbe nessun senso ma forse lo stesso esonero di Bonatti è stato prematuro e ha deresponsabilizzato ulteriormente un gruppo di giocatori fin qui senz'anima. Anche questo, a posteriori, è stato un errore.

Riparlare del passato, per carità, non ha più senso ma è solo con un'analisi lucida degli sbagli commessi, nello sport e nella vita, che si può rimediare. E in questo momento non sembra che la società e la sua dirigenza abbiano chiara la rotta da seguire.


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