Trieste, 19 Aprile 2024

Semacchi: "Silenzi assordanti sui problemi di Chiarbola"

27 Febbraio 2023 Autore: Alessandro Asta

Dal bel pomeriggio di sport del sabato di Calvola, al netto della sconfitta nel big match contro Eppan, al ritorno alla fredda realtà di non sapere ancora quando si potrà “tornare a casa”. La Pallamano Trieste ha archiviato un weekend di emozioni contrastanti, contraddistinto dal calore dei propri supporters (con il “rinforzo” della Curva Nord Trieste ad incitare i biancorossi di Fredi Radojkovic) ma anche dalla grande incertezza della data di riapertura del palasport di Chiarbola, chiuso il 14 febbraio scorso e che ha messo in grande difficoltà tutte le società sportive ospiti dell’impianto di via Visinada.

Che l’impasse duri poco, se lo augurano davvero tutti. Compreso Michele Semacchi, da qualche mese presidente di un sodalizio giuliano che lavora a pieno regime per rimettersi in carreggiata dopo una precedente gestione “ballerina”, ma che anche è costretto ad attendere impazientemente il ritorno alla normalità. Anche perché alcune nuove realtà pronte a investire nella Pallamano Trieste non possono attendere più di tanto: “Quella attuale è una situazione che non ci aiuta affatto per il lavoro che stiamo facendo assieme al direttivo – spiega Semacchi – avevamo pianificato diversi incontri con nuovi sponsor, tra cui un’azienda importante che aveva chiesto un sopralluogo proprio al palasport per studiare come pubblicizzare il proprio brand. In una situazione così incerta, il tutto si è rallentato e raffreddato: è chiaro, dunque, che siamo costretti ad attendere, di fatto ciò non ci aiuta minimamente”.

Il numero uno biancorosso è deluso anche dal roboante silenzio attorno alla “questione Chiarbola”: “Le notizie che abbiamo sono quelle che possiamo leggere da giornali e siti web. Di fatto nessuno ci ha contattati direttamente, nemmeno per una simbolica pacca sulla spalla. Attendiamo che le istituzioni diano un segnale non solo alla Pallamano Trieste, ma a tutte le 13 realtà che gravitano attorno al parquet di via Visinada. Abbiamo idee chiare di come poter sviluppare un nuovo corso che possa riportare l’handball cittadino dove merita, è altrettanto vero che vivere così alla giornata incide sull’aspetto del morale di chi lavora e collabora in questa società. In questi giorni mi domando se meriti veramente investire soldi e tempo per tutto questo – conclude amaramente Semacchi – da quando abbiamo preso in mano questa realtà, lo abbiamo fatto per agire nel modo più autonomo possibile, provando a costruire da soli un percorso di rinnovamento. Quella attuale è una mazzata che rischia di compromettere tutto: aspettiamo dunque risposte certe”.


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