Trieste, 14 Luglio 2025

Lo sport in Costituzione, solo fumo negli occhi?

22 Settembre 2023 Autore: Maurizio Ciani

Probabilmente avrete sentito dai notiziari che, da un paio di giorni, lo sport è entrato in Costituzione. Raccontata così, pur lasciando immaginare che si tratti di una bella novità, non è che si capisca molto cosa cambierà in concreto. Non sono mancati i proclami dei primi artefici di questa variazione all’art. 33, come quello di Nicole Matteoni, unica parlamentare triestina di maggioranza; anzi, cogliamo spunto da un suo post su Facebook per dare lettura della frase in questione: “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. A livello politico, localmente, non si è riscontrata un’applicazione particolare della “promozione sportiva” in ambito giovanile; infatti lo stesso assessore comunale Giorgio Rossi, che ha la delega che porta tale nome, tempo fa ci disse che «di questa se ne occupa il Coni».

Il presidente del Coni regionale, Giorgio Brandolin, ci ha confermato quanto riportato da Rossi, però ha aggiunto che bisogna capire dove praticare le attività, dal momento che la situazione impianti nel capoluogo giuliano è tutt’altro che rosea; il Coni Fvg, con il supporto della Regione e in primo piano dell’assessore Mario Anzil, ha altresì curato il progetto “Vola alto con lo sport”, per avvicinare giovani e disabili. Poi, sempre Brandolin, ha ricordato che proprio in questi giorni 210 ragazzi di 35 discipline diverse si trovano sulla costa ionica in occasione del Trofeo Coni nazionale, «esperienza che si porteranno avanti per tutta la vita».

Tornando allo sport in Costituzione, Brandolin ha commentato positivamente il suo ingresso nel documento che rappresenta la “Magna Carta” che tutti dovrebbero rispettare; detto questo, gli ultimi cinque anni di esecutivo – che hanno visto al comando, a turno, un po’ tutti – non lasciano grosse speranze su un uso effettivo di tale aggiornamento. Andando maggiormente nello specifico, ha criticato la finanziaria 2019 che tolse autonomia al Coni con la creazione della società “Sport e Salute”, controllata direttamente dal Governo; a causa di ciò ricordiamo che il Cio minacciò di far gareggiare gli atleti azzurri alle Olimpiadi di Tokyo senza bandiera né inno. Legge di bilancio a parte, è di quest’anno l’ultima tegola, a detta delle realtà più piccole e quindi meno strutturate tra le 115mila Asd a livello nazionale: la “Riforma dello sport”, in vigore dal 1° luglio, vincola innanzitutto ad adeguare gli statuti alla nuova normativa entro fine anno, inoltre dà una mazzata al volontariato, con contratti di lavoro da stipulare anche quando si tratta di riconoscere pochi spicci a un collaboratore. Ad ogni modo non tutti vedono solo note negative in questo cambiamento epocale, come si può leggere a pag. 11 dell’ultimo nostro numero con l’intervista al presidente dell’Us Acli provinciale Raoul Bernes.

Invece, tornando alla premessa con il fatto di attualità, restiamo fiduciosi che questo provvedimento costituzionale dia impulso ad azioni tangibili, ma non si rivelerà solo fumo negli occhi?


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