Che data, l’11 settembre 2023! Una giornata che riportava alla memoria tanta storia (il colpo di stato in Cile e i gli attentati negli Usa, in primis) mentre a Trieste è sembrata essere un 1° aprile, lato sport.
Sono mesi che parliamo delle condizioni precarie (se non fatiscenti, o senza possibilità di utilizzo) di diverse palestre indispensabili per il “regime minimo” utile a far disputare i campionati delle discipline di squadra indoor. Ci riferiamo - in particolare - al basket e al volley. Una desolante panoramica che possiamo far partire dalla Caprin, in attesa di lavori dal 2016, per far tappa alla De Tommasini, chiusa per una stagione sportiva, per tornare in centro alla Cobolli (interdetta al pubblico da marzo e con lavori promessi in estate e invece ancora in corso), fino ad arrivare all’Oberdan, dove lo stop è previsto fino a primavera. Mentre l’impianto di S. Giovanni da anni riposa quiescente (non si sa se in attesa di un’estrema unzione... o di lavori che costeranno molto più del previsto, viste le condizioni di degrado lasciate a marcire).
Per amor di verità non possiamo ignorare le voci che hanno lamentato tanti investimenti comunali operati nel settore calcistico rispetto ad altre discipline, e in effetti di campi in erba sintetica non sembriamo privi e neanche di qualche bel complesso collaterale, vedi San Luigi.
Inoltre, vogliamo parlare del Ferrini? Il presidente Fipav Fvg Michelli ha dichiarato, dopo un incontro con il sindaco Dipiazza, che “si è ventilata l’ipotesi di una doppia struttura al suo interno”… (Poche idee ma ben confuse? O un disegno che non comprendiamo?).
Però... c’è un però, a spiegare il pesce d’aprile che ci siamo trovati attaccati “alle spalle”: proprio nel giorno in cui lo Stadio Rocco è stato dichiarato inagibile e la Triestina costretta a emigrare per una o più gare casalinghe, Il Sole 24 Ore è uscito con la nuova classifica dell’Indice di Sportività delle città italiane, posizionando Trieste seconda in termini assoluti e quinta riguardo le strutture.
Il tutto mentre da più parti vengono richieste a gran voce le dimissioni dell’assessore Rossi (che, peraltro, non ha le deleghe all’impiantistica sportiva) e con il mondo del volley che modifica le formule dei campionati federali per venire incontro alle difficoltà che le asd triestine si ritrovano ad affrontare.
Una coincidenza che potremmo chiamare “sfortuna” (per gli incolpevoli affiliati alle FSN) o “paradossale contrappasso” (per chi ha sicuramente responsabilità riguardo a una manutenzione deficitaria degli impianti, e una visione miope - a medio/lungo termine - riguardo la gestione del nostro patrimonio immobiliare sportivo).
Forse è arrivato il momento in cui, nella stanza dei bottoni del nostro amato Comune, si valuti seriamente se mantenere uno status quo che profuma di orpello e ha poco a che fare con convenienze pubbliche.