Dopo 3 mesi, ritorno alle competizioni col botto per Nicol Guidolin (nella foto, sul gradino più alto del podio) del team Tornado, che in terra veneta ha fatto suo il Trail del Patriarca. Il talento triestino della corsa, così come della mountain bike, non era fermo per motivi fisici, bensì in quanto le gare che aveva nel mirino venivano annullate oppure rinviate causa Covid; proprio questo discorso aveva interessato l’Ultrabericus, trail vicentino di 65 km che si sarebbe dovuto disputare il 20 marzo scorso, giorno in cui Nicol ha spento 38 candeline.

In mancanza di manifestazioni di questa lunghezza, la Guidolin si è quindi misurata questa mattina in una prova di 22,5 km con 1300 metri di dislivello positivo; inizialmente di 25 km, l’evento è stato lievemente accorciato per evitare sconfinamenti nella nostra regione, come sappiamo contraddistinta fino ad oggi dal colore rosso. Il tracciato, che nel punto più alto raggiungeva il monte Oliver a 1123 metri, è stato fortemente condizionato dalle precipitazioni incessanti: «Ha piovuto prima, durante e dopo la gara» ha dichiarato la Guidolin. «C’era molto fango e non volendo rischiare di farmi male proprio a inizio stagione ho preferito non forzare troppo».

Proprio le intemperie hanno fatto desistere 200 dei 700 (numero limite) iscritti, con i 500 partecipanti che si sono susseguiti al via in partenze scaglionate di 20 atleti ogni 30 secondi, addirittura più rigido del protocollo Covid per le kermesse podistiche. Proprio questo (giusto) distanziamento non consentiva di capire bene la posizione in classifica, però alla fine la Guidolin ha trionfato al traguardo, posto nella frazione trevigiana di Villa di Cordignano, con il tempo di 2h16’54”.