Ci sono record più e meno invidiabili; tra i secondi, diamo evidenza del primato di forature a una Cavalcata Carsica. Questa mattina, alla classica di 53 km che si disputa sul sentiero 3, tra Pese e Jamiano, la trentina di partecipanti sulla bicicletta – tra cui purtroppo nessuna donna – è stata sfortunata protagonista di una strage di gomme: «Avevo anche messo quelle da enduro, che sono più resistenti» – ha detto sconsolato Tomaž Legiša, terzo all’arrivo in 3h36’40” e vincitore l’anno scorso con un crono più basso di 9’15”. Come mai questa moria di pneumatici? Parlando con alcuni degli oltre 150 presenti, tra podisti e ciclisti, si è convenuto che una possibile causa risiede nel surriscaldamento climatico, il quale ha favorito una crescita di erbetta che ha iniziato a invadere sempre più i percorsi sterrati tra i boschi; ciò rende più difficile individuare e schivare le rocce carsiche più aguzze, che si celano dietro alle chiazze verdi, con i conseguenti danneggiamenti a copertoni e camere d’aria.
Come nel 2023, il migliore è stato Federico Tauceri, il quale è stato autore di una pedalata per gran parte in solitaria e ha trionfato col tempo di 3h10’27”. 27enne di Borgo Grotta Gigante, da un paio d’anni ha cambiato significativamente vita: laureatosi in medicina veterinaria, ha aperto un proprio ambulatorio a Opicina e abbandonato l’agonismo, considerato il nuovo impegno professionale. «Dal 2020 sono tesserato con la 360MTB e ora, da istruttore, ho deciso di trasmettere alle nuove leve quello che ho imparato io negli anni». Con una ventina di minuti di ritardo, è giunto secondo, spingendo a mano il proprio mezzo che aveva entrambe le ruote a terra, Gianni Sclip della Tecnoedile: «Peccato, oggi facevo il mio record!» – ha esclamato. È andata peggio al suo giovane compagno di squadra Enrico Del Gallo: sul monte San Leonardo, sopra Samatorza, è stato costretto al ritiro per i medesimi motivi, quando ricopriva la terza posizione.
Venendo ai runner, partiamo dalla prova in rosa, con Nicol Guidolin che in 4h55’32” (quarto rilevamento in assoluto, tra i corridori) ha bissato il successo di un anno fa; d’altronde, non ha rivali nella nostra area geografica negli ultratrail. Per lei è stata l’occasione di sfoggiare la nuova maglia della squadra di specialità della Trieste Atletica; avrebbe dovuto farlo sette giorni fa, con la presentazione ufficiale nella cornice della Carsolina Cross, solo che in allenamento era caduta malamente sul monte Spaccato, infortunandosi. Sorte simile stamani per Paolo Massarenti del Go Tri Team, che è ruzzolato al suolo battendo la faccia in uno dei tratti più pianeggianti, dopo Gorjansko, a una decina di chilometri dalla fine: «Se ci fosse stato qualcuno con la macchina, mi sarei fatto portare a casa» – ha dichiarato. Invece l’intramontabile 58enne ha stretto i denti e ha concluso la sua fatica in 4h36’16”, calando di ritmo dopo la disavventura. Dietro di lui un duo targato Trieste Atletica, con un altro over 50, Enrico Pausin, che soprattutto negli ostici tratti in discesa ha fatto la differenza su Nazareno Salpistis: 4h38’58” e 4h43’51” per loro. Ancora un podio gialloblù tra le donne, con Clara Miani che in 5h54’58” si è colorata di bronzo, regalando un’altra bella prestazione dopo quella del Trail della Grotta Gigante di quattro settimane fa. Tra lei e la Guidolin, in 5h27’29”, si è inserita Lara Lugnani: figlia di un noto dottore e madre di tre figli tra gli 8 e i 18 anni, alla soglia degli “anta”, solo un anno fa, aveva incominciato a correre. Con quella odierna, la classe ’85 ha già preso parte a quattro manifestazioni tra Italia e Slovenia e a breve farà la 57 km della Corsa della Bora; poi l’obiettivo, fisico permettendo, è di allungare via via le distanze, auspicabilmente fino alle “ultra” da 160 km.
In chiusura, grazie a Claudio Sterpin che è tra i fondatori di questo ritrovo spontaneo della Cavalcata Carsica, ricordiamo uno dei grandi dell’atletica nostrana, Guido Potocco che ci ha lasciato in settimana: «È stato uno stimato professore di liceo, un’anima caritatevole che aveva sempre una buona parola per tutti, un devoto credente – ha raccontato Sterpin –. Mi è stato riferito che solo due giorni prima era stato visto fare ripetute in pista, quindi la sua scomparsa ha sorpreso tutti». Ciao Guido!