Prosegue a pié sospinto il lavoro del Comitato regionale del rugby, che sta puntando molto sulla formazione a 360 gradi, e che in questa stagione ha impreziosito la propria attività con la collaborazione di Federico Dalla Nora.
“Sono stato intercettato dal presidente Stefanelli ad agosto - ci racconta l’ex-atleta azzurro - e ho accettato questa nuova sfida con entusiasmo, credendo nella bontà di un progetto mirato ad alzare l’asticella della preparazione sia dei tecnici sia degli atleti”.
Come e in quanto tempo si raggiungono risultati significativi?
Ogni gesto, se fatto bene, è un passo avanti, e il lavoro che stiamo portando anche con il Centro di Formazione e Sviluppo è davvero grande e svolto da persone che, in un contesto pur sempre amatoriale, si prendono a cuore quotidianamente a cuore le sorti del nostro movimento.
Baricentro a Bagnaria Arsa, ma molto lavoro sia online che onsite, nelle sedi dei club…
Nella sede condivisa con la società Juvenilia abbiamo campi di gioco e pure una palestra per l’attività di preparazione atletica e muscolare. Una situazione che, nei migliori auspici, si vorrebbe portare in seno a ogni sodalizio. Così come avere un preparatore atletico e almeno due tecnici, per gestire i 30 atleti che sono lo standard per una squadra completa che possa allenarsi nel migliore dei modi, essendo il rugby uno sport di situazione.
Sport di situazione e contatto, ma l’aspetto mentale?
L’emotività è un fattore centrale, e non c’è allenamento che possa allenarla come la gara stessa. Stiamo lavorando anche su questo, con una focalizzazione sul mental coaching e con l’ausilio anche di uno psicologo sportivo.
E per quanto riguarda l’aspetto prettamente atletico?
Tra le varie persone competenti, abbiamo la fortuna di annoverare Giacomo Vigna (preparatore atletico della Benetton Treviso, ndr) per portare l’esperienza dell’eccellenza anche a livelli inferiori. Inoltre lavoriamo anche sul aspetto della nutrizione. Non possiamo imporre, ma forniamo indicazioni e riferimenti costanti, affinché si aumenti la consapevolezza di quanto una vita sana e attiva sia importante, e anche per ricordare che il rugbista non deve essere necessariamente “grosso”, bensì performante.
Obiettivi del Centro a breve, medio e lungo periodo?
Nel breve, siamo entrati nella seconda fase della selezione riguardo il Progetto17, che porterà a trovare i migliori ragazzi a rappresentare la nostra regione. Nel breve e medio periodo operiamo su due direttorie: portare più atleti possibile nelle nazionali di categoria e portare i club a lavorare tutti nella stessa direzione. Con un respiro di prospettiva più ampio, e non basteranno due-tre anni, l’intenzione è di competere realmente a pari livello con altre regioni più strutturate della nostra, e l’esempio del Veneto è il nostro riferimento più prossimo, sia geograficamente che come prospettiva tecnica e organizzativa.