Duemila da un lato e duemila dall'altro, ma con umori diametralmente opposti. E completamente diversi rispetto a dodici mesi fa, quando l'entusiasmo attorno all'Unione, appena “sganciatasi” da Giacomini e Parpiglia e nelle nuove mani americane, sembrava nuovamente ai massimi livelli, con Ben Rosenzweig accolto quasi da eroe, e la Pallacanestro ancora intenta a leccarsi le ferite dopo una retrocessione inconcepibile. Sono passati dodici mesi ma sembra un'era geologica di distanza, a conferma - ahinoi - di come tutto sia sempre più volatile (o fluido, per usare un vocabolo che va molto di moda). Ed i numeri degli abbonamenti finora sottoscritti dalle due principali squadre locali sono lì a confermarlo, inequivocabili. L'Unione, a quattro giorni dal debutto interno con l'Arzignano, ha praticamente dimezzato le tessere rispetto alla scorsa stagione, quando le sottoscrizioni per l'intera annata erano state circa quattromila. I motivi sono molteplici: la proprietà americana, a torto o a ragione, ha perso l'appeal di un anno fa, il girone di andata stupefacente ed un ritorno mediocre hanno fiaccato la piazza, costretta e emigrare per quasi tutta la stagione a Fontanafredda. Aggiungiamoci diverse cessioni eccellenti, la sconfitta in Coppa e le polemiche fra società e una parte della tifoseria organizzata, ed il quadro è abbastanza chiaro. A diradare le nubi, e a conferma che tutto può cambiare alla velocità della luce, basterebbero due successi di fila al debutto e molto probabilmente attorno all'Alabarda tornerebbe il clima di estate 2023. In ogni caso, e proprio in vista dell'esordio del 24 agosto, sarebbe il caso di dimenticare le divergenze e di provare a remare nella stessa direzione, tutti quanti. Magari ritrovandosi - dirigenza e Centro di Coordinamento - per chiarire le incomprensioni, altrimenti ci rimettono tutti.
Il basket, invece, a oltre un mese dall'inizio del campionato, si ritrova con gli stessi abbonati di un anno fa e con la convinzione, nell'ambiente, che quota 3 mila non è affatto impossibile da raggiungere. Anche in questo caso, e vale lo stesso discorso dell'Unione, solo al contrario, sono stati i risultati degli ultimi due mesi, ossia quelli dei play-off, a cambiare completamente l'atteggiamento dell'ambiente. Quelli che fino a febbraio/marzo venivano irrisi dalla curva e criticati aspramente dalla stampa (noi compresi), con il filotto contro Torino, Forlì e Cantù sono diventati eroi cittadini. Così va il mondo, piaccia o no. E allora sabato accorriamo numerosi al “Rocco” e magari riusciamo velocemente a invertire il trend.