Non ci sono poteva aspettare che l'ultimo giorno di mercato cancellasse con un colpo di spugna un'estate imbarazzante. E infatti così non è stato, con quattro arrivi e due partenze (di cui solo una incide sulla rosa) che non cambiano di molto la sostanza di una Triestina che appare oggettivamente debole (nonostante le prove tutto sommato positive nelle prime uscite) per cercare la salvezza con una penalizzazione pesante e, elemento da non sottovalutare, con una preparazione iniziata in clamoroso ritardo. Ci sono ancora gli svincolati e qualcosa si farà, ma non è certo da quella lista che puoi pescare i giocatori che ti svoltano il campionato.
Il problema, ovviamente, non sta tanto nell'ultima giornata di trattative (di fatto l'unica per la Triestina, visti i problemi con l'indice di liquidità) ma nel fatto che per praticamente tutta la finestra di mercato l'Unione è stata di fatto spettatrice e impegnata nelle sue componenti più a giochi di potere interni che a costruire la stagione.
Le ultime ore di mercato hanno rafforzato la difesa con l'arrivo di Silvestri, forse l'unico innesto davvero di peso, a cui si aggiungono D'Amore e, per puntellare il reparto portieri, Neri. A centrocampo sono partiti Correia (comunque già, di fatto, fuori squadra) e Braima (direzione Portogallo) ed è arrivato Louati, con un reparto che rimane comunque quello più solido. Il problema vero rimane l'attacco, numericamente scarno, con una sola punta di ruolo (Vertainen) che però non è nemmeno un bomber. Doveva arrivare Riccardo Tonin ma, secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, il contratto non è stato depositato in tempo: perfetta sintesi della Triestina americana.