Esattamente un anno fa la Triestina partiva per il ritiro di Ravascletto, agli ordini di Michele Santoni e con un gruppo che sarebbe poi stato modificato in corso d'opera (e con numerosi danni provocati dal mercato gestito da Alex Menta). Una prima pagina di una stagione non proprio esaltante, ma nulla a che vedere con quanto sta accadendo in questi giorni.
Oggi non c'è traccia di una squadra in ritiro per una società che dal punto di vista tecnico, di fatto, non esiste. L'uscita di scena di Delli Carri ha privato l'Unione del direttore sportivo che avrebbe dovuto fare le nozze con i fichi secchi, ma il problema è che non ci sono nemmeno i fichi secchi... Figuriamoci, quindi, se può esserci un allenatore e se c'è la possibilità di fare mercato, anche in uscita per provare a racimolare qualcosa.
L'acquisizione dei terreni a Montedoro sembra più una mossa disperata che una reale opportunità di dare valore a una società svuotata di tutto da una proprietà indifendibile. Vendere la Triestina appare una chimera, trovare le risorse per andare avanti pure e, se anche accadesse, rischierebbe di essere solo il prolungamento dell'agonia.