Trieste, 10 Maggio 2024

Tesser: "Motivazioni assurde per l'esonero. Comunicato cattivo nei miei confronti"

07 Febbraio 2024 Autore: Mattia Fabbro

Un fulmine a ciel sereno capace di sconvolgere tutta la piazza rossoalabardata. L’esonero di Attilio Tesser da parte della Triestina, come prevedibile, non è passato inosservato, destabilizzando una tifoseria che forse per la prima volta dopo anni si stava davvero convincendo di poter raggiungere la tanto agognata Serie B. Vuoi per le prestazioni della squadra, in particolare nella prima parte di stagione, vuoi proprio per la figura centrale nel progetto rappresentata dal tecnico di Montebelluna. Il terzo posto abbastanza solido non è però bastato alla società per decidere di continuare insieme. Scelte e parole assunte da Sebastiano Stella e Alex Menta non sono state digerite da Tesser che, contattato telefonicamente, non si è tirato indietro nel dire la sua versione.

Stella e Menta hanno motivato il suo esonero parlando di “situazione preoccupante”. Pensa davvero che siano analisi e termini corretti?

Vorrei prima di tutto fare una premessa. Nonostante non sia minimamente abituato a farlo con polemica e la mia credibilità lo conferma, questa volta rispondo e non esco in silenzio, preso atto del comunicato rilasciato dal club che ritengo veramente assurdo e cattivo nei miei confronti, nei toni e nelle tematiche trattate. Per i punti che ha oggi la Triestina, i playoff sono già acquisiti o quasi, visti gli 8 punti di vantaggio sul quarto posto. Quindi presumo che non vi sia nessun tipo di problema e la mia speranza era quella di poter dire ancora qualcosa più avanti. Queste preoccupazioni non le vedo, nonostante la mia piena responsabilità nelle ultime due partite, e non penso vi saranno in futuro.

Quindi  il motivo reale dell’esonero sono stati dei fraintendimenti e incomprensioni tra lei e la società?

Questo assolutamente no. Io non ho mai avuto da ridire un giorno, un secondo e un minuto su qualcuno della società. Soprattutto col signor Menta io non ho mai avuto situazioni di contrasto con confronti pesanti e divergenze. Quindi non posso dire che sia questo il motivo dell’esonero. Io ho preso atto che non erano arrivati nuovi giocatori nel mercato di gennaio, ma non troverete una mia parola critica nel merito, se non dire che si poteva andare avanti coi calciatori che avevamo. Come sempre non mi sono lamentato e ho cercato solo di lavorare, essendo io un dipendente, e dare il meglio di me per rendere i tifosi orgogliosi.

Come risponde all’accusa di chi le imputa di non essere stato un punto di riferimento?

Questa è la cosa più assurda che abbia sentito. Io negli ultimi 7 anni ho avuto la fortuna di contribuire, ripeto contribuire, assieme a società, staff e calciatori, a vincere 3 campionati, 1 playoff finale con il Pordenone per andare in Serie A e un decimo posto lo scorso anno in Serie B con il Modena. Non ero quarantenne quando ho fatto questi risultati, avevo delle grandi motivazioni. E quando sono venuto a Trieste l’ho fatto al buio perché questi signori non li conoscevo. In particolare, il signor Menta l’avevo visto solo una volta prima del closing quando mi aveva chiesto una mia eventuale disponibilità. Sono venuto al buio solo per l’amore, il piacere e la voglia di venire ad allenare la Triestina. Questa è la base.

La società le addita anche la responsabilità di non avere puntato sui giovani.

La prima volta che ero qua a Trieste ormai un bel po' di anni fa, il signor Berti, presidente all’epoca che oggi purtroppo non c’è più, dopo una stagione in cui la Triestina aveva sfiorato la Serie A, mi ha chiamato per allenare una squadra programmata sui giovani. Mi ha chiesto se me la sentissi e avevo accettato con piacere. Mi aveva messo a disposizione Aquilani, Ferronetti, Mantovani, Aubameyang e l’anno dopo Galloppa. Questi giovani sono stati tutti valorizzati e hanno fatto tutti le loro bellissime carriere. Io sono abituato a fare giocare i giovani, quando c’è programmazione. All’epoca l’obiettivo era la salvezza, quest’anno si puntava ad essere grandi subito, pur avendo un programma biennale. I giovani se meritano giocano e qui hanno giocato tutti: Anzolin, Moretti, Pavlev ha giocato tantissimo nonostante gli infortuni e le scelte. Correia ha giocato, così come Vallocchia e Redan; poi c'è stato spazio per El Azrak e Gunduz.I giovani vanno aiutati a crescere, ma bisogna rispettare i loro tempi di maturazione, specie se vuoi vincere i campionati. Però se mi chiedono di poter essere competitivo in un biennio ed essere promossi, la politica dei giovani deve essere diversa, pur avendo giocato tutti.

Che cosa le lascia questa esperienza?

Si parla di mentalità e di crescita. Ieri mi ha chiamato un giocatore di questa rosa della Triestina e, manifestando il suo dispiacere mi ha detto di avere imparato la mentalità più che tattica e tecnica e di avere capito perché le mie squadre vincevano i campionati. Io ho il mio passato e, ripeto, gli ultimi 7 anni ne sono la conferma. Questi signori che sono seduti ai tavoli magari hanno un altro passato, ma non so se sia come il mio.


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