Trieste, 14 Dicembre 2025

Sostenibilità, settore giovanile, stadio: la prima uscita della nuova Triestina

12 Dicembre 2025 Autore: Roberto Urizio

Prima uscita pubblica della nuova proprietà della Triestina Calcio. In conferenza stampa si sono presentati Adam Rothstein, in qualità di investitore, Marco Margiotta (Ceo di House of Doge) e il nuovo amministratore delegato Piero Zangarini. “Mi scuso per il fatto di esordire con parole sentite più e più volte da questa piazza, che ha sopportato molte promesse non mantenute – ha aperto Rothstein -. Chiedo pazienza e di valutare il nostro operato in baseai fatti. In questi pochi mesi abbiamo lavorato per dare stabilità al club in una situazione incredibilmente complicata e uno dei primi atti è stato quello di coinvolgere House of Doge, una realtà che ha raccolto oltre 5 milioni di seguaci nel mondo, con una capacità di operare che sarà fondamentale nella ristrutturazione della Triestina. Questa società ha una grande importanza e una grande storia, non solo a livello locale, che merita di essere salvaguardata”.
“Doing only good every day” (fare solo bene ogni giorno) è il claim di House of Doge che Margiotta ha voluto citare. “Sono per la seconda volta a Trieste e ho percepito l'affetto e la passione della gente. Mi piange il cuore vedere il morale a terra dei triestini, ma anche dei giocatori, per quanto accaduto in questi anni. Il business è business, ma ci metto il cuore in quello che faccio, a maggior ragione avendo sangue italiano. Sono fiduciso di poter portare la nave al sicuro, nella nostra realtà facendo bene ogni giorni siamo partiti dal nulla e oggi abbiamo una moneta che vale 30 bilioni di dollari”.
“Sono onorato di fare parte di questa società e di questo popolo, nonché della responsabilità che mi è stata data – ha aggiunto Zangarini -. Chiediamo solo un po' di tempo, stiamo facendo molto per riorganizzare questa società, ridandole sostenibilità. Il progetto è a lungo termine, vogliamo innanzitutto ripartire dal settore giovanile per poi riaprire tante porte. Spero che la gente torni a seguirci”.
Rothstein non avrà un ruolo in società ma, di fatto, ha parlato da presidente, promettendo innanzitutto più trasparenza, comunicazione e relazioni con la città. “Abbiamo avuto molto da fare fin qui, per questo non abbiamo avuto ancora modo di parlare - ha spiegato -. Salvare la Triestina dalla bancarotta è stato come cambiare le gomme a una macchina in corsa”. Al momento il cda rimarrà inalterato, ma “al termine del percorso di riorganizzazione, il board sarà di sette persone. Oltre a Centner e Margiotta, saranno introdotte ulteriori forze per dare maggiore solidità alla struttura economica del club”.
La retrocessione non spaventa l'imprenditore americano. “Prima della Triestina siamo stati coinvolti a Sabadell, che era in procinto di retrocedere ed è effettivamente scesa in quarta serie, per poi tornare nella categoria di partenza ed essere ora vicina alla vetta. Ovviamente sapevamo del rischio retrocessione e della penalizzazione, ma vogliamo creare un percorso e sfruttare le opportunità. Non siamo spaventati dalla retrocessione, per quanto ci riguarda l'interesse non è tanto quello che succederà domani o al termine della stagione, quanto il prossimo anno e quelli dopo ancora. Con una buona organizzazione, anche perdendo una categoria, le cose a lungo andare andranno per il meglio”.
La breve parentesi Zelenovic viene descritta da Rothstein come un normale avvicendamento: “Tom è arrivato a Trieste con background sul piano finanziario ma anche calcistico, ma le cose cambiano. Una buona società non è diversa da una squadra, ci sono situazioni che portano a cambiare, e questo vale anche sul piano della gestione sportiva. Ognuno verrà valutato per il suo lavoro ogni giorno e le decisioni saranno conseguenti. Chi ha fatto bene in passato magari non è più nel suo contesto ora e, viceversa, chi non era al posto giusto può diventare una superstar: il passato non è per forza un indocatore per il futuro”.
Rispetto al recente passato, Rothstein parla di “gestione inspiegabile. Sul fronte sportivo è stata bruciata una quantità di denaro sconsiderata, anche se sulla carta alcune scelte potevano anche essere comprensibili nell'ottica di generare plusvalenze. Ma, se possibile, sul fronte del business è stato fatto anche peggio. In ogni caso, spendere 16 milioni in un anno per provare a vincere un campionato non è un modello sostenibile, certamente abbiamo la forza per ripianare la situazione e investire dove ce ne fosse bisogno, ma il nostro obiettivo è creare un modello di autosostentamento”.
“La scadenza del 16 dicembre non è un problema, anche se qualcuno ha scritto che siamo sull'orlo della bancarotta e questo finisce per incidere nella testa dei giocatori. Di certo non ci presentiamo il venerdì in conferenza stampa per poi non pagare il martedì...”. Una mini campagna abbonamenti verrà organizzata dopo la pausa per le festività, proseguirà anche il discorso di Montedoro per il centro sportivo, anche se alcune modifiche ci saranno rispetto all'idea iniziale portata avanti dalla precedente gestione. Rothstein, invece, vuole ridiscutere con il Comune (lo farà in un incontro lunedì) le cifre per l'utilizzo dello stadio “Rocco”: “Lo stadio è spettacolare, di gran lunga il più bello della categoria, ma ha un costo per noi esorbitante. O riusciamo a ridiscutere gli introiti o chi lo dà in gestione ci viene incontro, perché allo stato attuale il costo è fuori da ogni logica e va a distogliere risorse da altre cose su cui vogliamo investire, a partire dal settore giovanile”.


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