Trieste, 10 Ottobre 2024

Malumore comprensibile ma il progetto Rosenzweig merita fiducia

12 Febbraio 2024 Autore: Gabriele Lagonigro

La sfida di domani con il Renate, in un anonimo infrasettimanale invernale e purtroppo a 130 chilometri da casa, di sera e con i tifosi che il giorno dopo devono alzarsi presto per andare al lavoro, rischia di diventare un crocevia fondamentale nella stagione alabardata. La crisi, di gioco e ora anche di risultati, è ormai conclamata e la brutta prestazione di Mantova con le conseguenti polemiche in sala stampa l'hanno resa ancora più manifesta. Il solo punto conquistato fra le mura amiche (per quanto lontane) nelle ultime quattro gare interne sono l'emblema di una situazione complessa e mentre fino a poche settimane fa il terzo posto sembrava garantito, il Vicenza a -6 - e con la sfida del Menti fra due week-end - rimette in gioco anche ciò che sembrava ormai conquistato.

Lecita quindi la preoccupazione della piazza, che con l'esonero di Tesser si è sentita in qualche modo colpita ai fianchi dalla società, ma adesso non bisogna sbracare. Né sul campo ma neanche dietro le tastiere. Già, perché a leggere i social e i commenti agli articoli (anche nostri) il feeling fra dirigenza e tifoseria, in questo momento, sembra essersi rotto. Il malumore dei supporter è comprensibile perché il cambio di panchina rimane un mistero ma da qui a scrivere peste e corna su chi gestisce l'Unione ce ne passa. Perché la cacciata di Tesser, per quanto inopportuna, dimostra comunque che Rosenzweig e i suoi uomini non badano a spese e che all'investimento alabardato ci credono ancora. E' vero che il mercato di gennaio ha scontentato tutti ma l'esborso contabilizzato dagli americani, che per questa stagione si aggirerebbe fra i 15 e i 17 milioni di euro, ha pochi eguali in Serie C.

E' doveroso quindi continuare a dargli fiducia ed evitare quel pessimismo dai tratti quasi sarcastici che a Trieste è di casa e non solo da oggi. I conti, poi, si faranno alla fine e non dimentichiamoci che il bilancio, ad oggi, rimane positivo. Sta anche a Bordin, ora, convincere la piazza ed evitare altri esperimenti come quelli di Mantova. Meglio qualche incontrista in più e qualche fantasista in meno perché quando il gioco si fa duro servono i leoni. Non quelli da tastiera.


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