Trieste, 23 Aprile 2024

Gli alabardati di Napoli: "Maradona fa parte di noi"

26 Novembre 2020 Autore: Redazione

Per chi ama il calcio, Diego Maradona è stato “D10S”, figuriamoci per i napoletani che calcano i terreni di gioco. I partenopei della Triestina non sfuggono alla fascinazione per la più grande icona del pallone. “Non ho avuto il piacere di conoscerlo e di vederlo di persona, visto che è arrivato a Napoli quando sono nato e che avevo tre anno quando ha vinto il primo scudetto. – racconta Francesco Lodi – Ma da bambino mi vestivano da Maradona per Carnevale, con tanto di maglia numero 10 e parrucca riccia”. Secondo il centrocampista dell'Unione, “Maradona è un dio del calcio, il più forte giocatore mai esistito. Sono cresciuto con i suoi dvd, cercando di imitarne le geste e le punizioni, cosa ovviamente impossibile. Se ne va un pezzo di Napoli, una persona che alla città ha fatto vivere momenti indimenticabili”.

Angelo Tartaglia riconosce nel Pibe de Oro il fautore “della rinascita di un popolo. Per Napoli è stata una figura importantissima, anche se credo che tutti ne riconoscano la grandezza, anche chi non segue sempre il calcio. Il suo carattere ribelle e la sua genialità sono stati fonte di ispirazione per molti ragazzi”. Il San Paolo diventerà il “Diego Armando Maradona”? Per il difensore alabardato “è giusto così. Quello è il suo tempio e ancora oggi chi ci gioca lo vede come lo stadio di Maradona”.

“Tutti i genitori napoletani trasmettono ai propri figli l'amore per Diego” sottolinea Vincenzo Sarno. “Siamo tutti cresciuti con le sue giocate e con quello che ha significato per la nostra città. Per noi è un idolo, paragonabile a un secondo Dio, una leggenda, qualcosa che a parole è pressoché impossibile spiegare”. Sarno racconta come “ieri e oggi il mio telefono è letteralmente impazzito, dai gruppi così come da singole persone, è come se fosse mancato un parente”. Per un figlio di Napoli, come lo è il numero 20 della Triestina, “Diego fa parte della vita quotidiana. Ieri pomeriggio eravamo ancora in campo e sappiamo purtroppo com'è andata, appena salito sul pullman ho trovato centinaia di messaggi. Già c'era tanta rabbia per l'aver perso la partita, leggere questa notizia è stata una vera mazzata, un senso di vuoto che non si può spiegare”. Lo stadio San Paolo intitolato a Diego? “Una cosa che andava fatta già ben prima della sua morte e vado oltre, per quello che ha fatto lui con quella maglia numero dieci, ritirerei la dieci in generale. È come se su un campo di calcio avessero portato via il pallone”.

 


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