Trieste, 11 Maggio 2025

La fragilità societaria preoccupa più dei punti di penalizzazione

26 Febbraio 2025 Autore: Roberto Urizio

I punti di penalizzazione in classifica sono l'aspetto meno preoccupante in questo momento. Certo, piacere non fanno (soprattutto a Tesser e Delli Carri, e chissà che questo non sia un deterrente per un loro impegno futuro), ma la Triestina attuale fornisce sufficienti garanzie per sperare comunque in una salvezza diretta, anche se arrivassero 4 punti di penalità che, graduatoria alla mano, porterebbe l'Unione a due punti dalla quota per evitare i playout, stante il distacco dalla Pro Patria.
Preoccupa, invece, tutto il resto. Perché scegliere deliberatamente di non rispettare una scadenza è un segnale di debolezza finanziaria, al di là delle parole dette in conferenza stampa dal presidente Rosenzweig. Tanto più che le pendenze sotto la lente di ingrandimento della Covisoc non sono state ancora saldate; il tempo per farlo c'è per non aggravare la posizione della società, ma più che prendersi responsabilità e usare la retorica di “Trieste seconda casa”, il presidente avrebbe rassicurato l'ambiente affermando che i problemi che porteranno alla penalizzazione sono stati superati tempestivamente.
E, invece, dietro al generico impegno a portare avanti il progetto è sembrato esserci poco. Il tanto decantato ingresso dei Craft nel fondo Lbk (passato sotto forma di “velina”, perché nulla è stato mai detto ufficialmente, alla faccia della trasparenza più volte annunciata dallo stesso presidente) è stato liquidato con due parole in conferenza stampa e l'eventuale cessione (da qualche parte si è tornato a parlare di imprenditori russi) è stata bollata come “percorso che non ha portato a nulla”. Ma quindi se ne è parlato?
I fondi come Lbk comportano la necessità di procacciarsi costantemente capitali e probabilmente la cosa diventa più difficile se alla seconda stagione ti ritrovi sull'orlo del baratro e devi fare dietrofront su ogni aspetto per salvare il salvabile. Il tutto con una penalizzazione già sul groppone, un'altra in arrivo e altre amenità amministrative e organizzative non degne nemmeno di una società dilettantistica (e, fin qui, con un solo dirigente che ha pagato, ovvero Morris Donati). Ma non erano gli americani abituati a ben altri ambienti di affari e che ci dovevano insegnare come si fa?


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