È una roulette russa che si gioca con due pistole quella che riguarda il futuro della Triestina. Ben Rosenzweig prova a tenere aperta la strada dell'autosufficienza, provando ancora a cercare finanziatori negli Stati Uniti e tenersi il club tutto per sé. Un percorso terribilmente in salita e che rischia solo di posticipare il problema, come abbiamo già avuto modo di constatare nei mesi passati.
Ecco quindi che il presidente non è più così risoluto nel dire no alle offerte che si stanno presentando sul tavolo alabardato. La porta non è ancora spalancata, ma una piccola apertura è comunque un passo avanti rispetto alle ultime settimane e alle recenti parole. Si sono palesati parecchi soggetti interessati all'Unione, alcuni obiettivamente non presentabili (comprese vecchie conoscenze). Ci sono comunque due o tre offerte che possono essere approfondite.
Qui entra in gioco la solita variabile tempo. C'è al massimo una settimana per salvare la situazione e dare alla Triestina una possibilità di futuro (che, vista la situazione, significa sistemare i conti e verosimilmente retrocedere per partire il prossimo anno dalla Serie D). La partita doppia di Rosenzweig è, come da sua abitudine, un gioco rischioso con la clessidra, perché il tentativo di trovare autonomamente le risorse per continuare può far perdere tempo prezioso in un'eventuale trattativa di vendita, con il rischio di andare oltre il termine ultimo per salvare il salvabile (vedi ingiunzioni e pericolo di perdere ulteriormente valore, soprattutto in caso di svincolo di Correia). E se le due strade fossero vicoli ciechi, i colpi della doppia roulette russa non sarebbero a vuoto e toglierebbero la Triestina dallo scenario calcistico.