La stangata del Tribunale Federale Nazionale nei confronti della Triestina è stato un duro colpo per chi (e ci mettiamo dentro anche noi) ha a cuore le sorti dell'Unione. Il -13 sentenziato dall'organo della Figc per i mancati pagamenti con scadenza 1° luglio è una mazzata che arriva proprio dopo un piccolo momento di serenità, rappresentato dalla vittoria di Lumezzane dopo l'annuncio del nuovo azionista di maggioranza. Un po' come accadde l'anno scorso, quando la squadra allora di Tesser si trovò in quota salvezza, salvo poi ripiombare in zona playout dopo il -4 inflitto dal Tfn.
Ma, amarcord a parte, torniamo al presente e proviamo a spogliarci dalle vesti alabardate e guardiamo con occhio più imparziale possibile la situazione. Cosa diremmo se ci fosse un'altra società nelle condizioni della Triestina? Chiederemmo ad alta voce regole più stringenti per togliere di mezzo società che si iscrivono per miracolo e che accumulano sanzioni amministrative, falsando il campionato. Tra fidejussioni e mancati pagamenti siamo alla quarta penalizzazione, con una quinta all'orizzonte: vogliamo tutti il bene dell'Unione, ma non facciamo finta di essere vittime. L'auspicio è che il nuovo corso possa cambiare le cose, ma le sentenze non possono basarsi su un futuro ancora tutto da scrivere (e vedremo se avrà effetti benefici per il ricorso).
C'è poi un discorso che riguarda le istituzioni calcistiche, in particolare Figc e Lega Pro. Ci hanno venduto le nuove regole per l'iscrizione (in particolare il raddoppio della fidejussione e gli indicatori che certifichino liquidità e sostenibilità del monte ingaggi) come il toccasana per evitare situazioni scabrose: ancora una volta, i fatti sono andati in tutt'altra direzione.