L'annuncio di House of Doge come socio di maggioranza della Triestina ha fatto il giro del mondo, creando tra i sostenitori alabardati reazioni contrastanti, tra speranze e perplessità su un mondo, quello delle valute virtuali, non ancora molto conosciuto e indubbiamente nuovo l'ambiente del calcio. Ma, al di là di suggestioni e ipotesi, cerchiamo di capire cosa sta succedendo nell'Unione, in attesa del primo atto concreto, che sarà la nomina del presidente e del consiglio di amministrazione.
L'aspetto di base da tenere in considerazione è che House of Doge è sì socio di maggioranza, ma relativa, ovvero la sua quota all'interno di Lbk è inferiore al 50%. Ovviamente il loro peso è preponderante, ma non essere maggioranza assoluta comporta che non decideranno da soli. Che gli investitori siano plurimi è noto (nella società che controlla la Triestina rimane anche Ben Rosenzweig, al di là delle dimissioni da presidente), per tutti l'interesse dell'investimento è legato all'ipotesi di centro sportivo, alla gestione dello stadio ed eventuali altre possibilità di fare affari in zona, ma sul piano delle scelte legate alla Triestina bisognerà trovare una quadra tra le varie componenti della compagine societaria: e parliamo di presidenza, cda, ma bisogna anche capire se dare una linea di continuità alla gestione del club (e relative persone) o cambiare rotta.