C’è un filo del destino che lega Triestina e Lucchese. Nel giugno 2002 si sfidavano per conquistare la serie B, ora invece i sogni di gloria si sono spenti per entrambe con simili tribolati percorsi: salvezza in serie C ottenuta ai playout ma crisi societaria, penalizzazione nella prossima stagione e futuro tutto da scrivere.
Protagonista della salvezza dei toscani un allenatore che per sei anni è stato centrocampista alabardato: Giorgio Gorgone
Mister, cosa è accaduto alla sua squadra? Vi siete salvati miracolosamente sul campo nella gara di ritorno playout con un gol all’89’contro il Sestri Levante, quattro giorni dopo però è stata accolta l’istanza di fallimento ed è arrivata una penalizzazione per il prossimo campionato di 14 punti per violazioni amministrative tra cui il mancato pagamento degli stipendi. Ogni vostra fatica è stata vanificata.
Sì, una grande delusione. Non me lo aspettavo perché sembrava che in caso di salvezza ci potesse essere un gruppo pronto a rilevare una società indebitata ma non a livelli stratosferici. Noi sapevamo che era tutto nelle nostre mani e che avevamo quindi una grande responsabilità. Invece ancor prima della penalizzazione si è capito che le cose non erano così.
Che futuro si prospetta?
Purtroppo l’epilogo peggiore ed è un peccato perché la squadra ne ha patite tante: senza stipendi da ottobre, cambi societari, incertezze e penalizzazione di 6 punti a marzo ma con un gruppo che, nonostante la situazione paradossale, ha onorato sempre gli impegni dando l’anima e dimostrando professionalità e disciplina.
Come è riuscito a convincere i ragazzi a non mollare? Addirittura a febbraio uno sponsor locale ha donato dei soldi affinché la squadra potesse andare in trasferta, giusto?
Tempi duri. Io però ho sempre detto la verità e cosa pensavo cioè che l’unica speranza era di salvarsi sul campo. I ragazzi hanno dato il massimo e se non ci fosse stata la penalizzazione saremmo probabilmente stati in corsa per i playoff. Abbiamo fatto 25 punti in 15 partite. Non ho mai obbligato nessuno e ho lasciato libertà di scelta perché non volevo si creassero alibi. Ed i ragazzi sono stati eccezionali.
Depositata la sentenza di fallimento, la quarta in 17 anni, con debiti per 2 milioni di euro, c’è una corsa contro il tempo per salvare la serie C. In alternativa l’unica via per evitare l’Eccellenza potrebbe essere una fusione con il Ghiviborgo per ripartire dalla serie D. Cosa ne pensa?
Me lo auguro, però noi avevamo la speranza di poter restare in C, avendola appunta conquistata.
E restando in C ma penalizzati di 14 punti, se la sentirebbe di continuare?
Non sarebbe un problema se venissero fatte le cose in un certo modo. Importante è che ci sia chiarezza negli intenti.
Secondo lei cosa sta succedendo nel calcio: perché accadono queste situazioni come a Lucchese e Triestina?
Semplice: bisognerebbe mettere regole più chiare magari con scadenze mensili, fare più controlli ed evitare l’entrata di proprietà che non hanno un centesimo.
E lei ora cosa farà?
Non ho pensato tanto e ho staccato un attimo. Vediamo cosa succederà. E’ rimasta la delusione.
Accanto a lei, in qualità di vice, c’è una vecchia conoscenza alabardata: Emiliano Testini.
Da due anni lavoriamo insieme. Ci conosciamo bene ed è una persona meticolosa e attenta. Fra di noi c’è un rapporto ottimo e di gran stima.
E se vi chiamassero ad allenare la Triestina, verreste? Anche con i -9 e con un futuro incerto?
Io sono molto legato a Trieste, alla squadra, ai tifosi ma servirebbe chiarezza ed obiettività. Poi se uno ha una squadra forte, prova a vincere e non è un problema la penalizzazione, anzi sarebbe stimolante. Nella Triestina sono stato sette anni ed è stata la prima squadra che ho sfiorato di allenare in serie B. Poi sono stato nella Primavera e sembrava più volte che dovessi andare in prima squadra. Anche in questa stagione sono stato contattato ma era ottobre ed io stavo già allenando. Sempre sembra, mai succede. Chissà, forse un giorno arriverà anche la mia occasione in Triestina, dove comunque ho già scritto il capitolo più importante della mia vita calcistica.