Trieste, 23 Aprile 2024

Felici: "La crisi? Soprattutto una questione psicologica"

25 Novembre 2022 Autore: Luca Henke

In questo inizio disastroso c'è un giocatore che fin qui si è salvato dalla mediocrità generale. Mattia Felici, sempre tra i migliori in campo, analizza la situazione a livello personale e di squadra, confermando le sensazioni di un gruppo forte ma psicologicamente fragile.

Mattia, da quando è arrivato Pavanel in panchina stai vivendo un ottimo momento. Ha influito in questo la fiducia che ricevi con più continuità?

Sì, con Pavanel ho giocato quasi tutte le partite da titolare, come non mi era capitato prima che arrivasse. Da quando c’è lui ne ho iniziata soltanto una dalla panchina, e questa continuità mi aiuta tanto. Mi ha fatto capire che ha tanta fiducia in me, ma più in generale devo dire che è un allenatore eccezionale: bravissimo, soprattutto a livello umano.

L’anno scorso eri a Palermo. Che ricordo hai del doppio confronto con l’Unione?

Senza dubbio quella con la Triestina è stata la partita più difficile, ricordo che al “Barbera” hanno anche sbagliato un rigore: chissà come sarebbe andata se quel pallone fosse entrato. Obiettivamente, devo dire che nell’arco dei 180 minuti avrebbero meritato di passare il turno.

Questo ha influito in qualche modo sulla tua scelta, un paio di mesi dopo, di vestire la maglia alabardata?

Beh, effettivamente una cosa c’è stata: in occasione della partita di andata, quando siamo entrati allo stadio, mi sono innamorato immediatamente del “Rocco”. Poi comunque il direttore, quando mi ha chiamato, mi ha detto subito che avrebbe cambiato tutta la squadra; ma sicuramente lo stadio mi ha fatto innamorare all’istante.

Quanto c’è di psicologico nella crisi attuale in casa Triestina?

Moltissimo. Quando una squadra attraversa un periodo “no”, qualunque cosa può influenzare negativamente una partita. L’esempio più chiaro che mi viene in mente è il rigore di Vicenza, non cerchiamo alibi di nessun tipo ma certamente ha indirizzato la gara. Io credo che siamo una squadra forte, lo dimostriamo in allenamento e lo abbiamo provato anche con il Renate, contro cui il primo tempo poteva finire tranquillamente 3-0.

Cosa pensi a proposito del vostro approccio alle gare? Ottimo con il Renate, pessimo con il Vicenza.

Secondo me influisce molto anche il fattore ambientale: il Menti, ad esempio, era bello pieno, e infatti loro ne hanno tratto ampio giovamento, anche in termini di episodi, mentre la partita precedente abbiamo iniziato attaccando sotto la nostra curva e ne è uscito un gran primo tempo.

Domenica arriva il Lecco. La difficoltà della sfida è data più dalla forza dell’avversario, o dal fatto che ogni partita è per voi una chance da non fallire?

La verità è che alla fine del campionato mancano sei mesi, per cui la nostra consapevolezza è che dobbiamo semplicemente cercare di vincere partita dopo partita; senza guardare la classifica. Il Lecco certamente è forte, come lo erano Renate e Vicenza, ma proprio l’ultima prestazione in casa deve essere il nostro punto di partenza.


Condividi sui tuoi social