Sei giornate non sono ancora abbastanza per dare giudizi definitivi ma, dopo quasi un terzo del girone di andata, qualche indicazioni la possiamo trarre. Partiamo ovviamente dalla Triestina: gli incontentabili (e ci mettiamo anche noi tra questi) magari non digeriranno le sconfitte con Matelica e Legnago, più per il modo in cui sono arrivate e per il rango delle avversarie (che comunque sono partite bene) che per il risultato in sè. Ma 12 punti su 18 a disposizione sono un bottino positivo, il più alto dal ritorno tra i professinisti: anche nella stagione 2018/2019, quella della promozione sfiorata, i punti dopo sei gare sono stati 11, l'anno prima furono soltanto 6, nella stagione passata 7. Insomma, al netto di qualche scivolone e delle tante assenze di questa prima parte di stagione, il fatturato è ok.

E le altre? La classifica è ovviamente parziale e ancora molto corta: nessuno al momento ha dato la sensazione di poter prendere la testa e dare una tirata decisa. Il Sudtirol capolista non era considerata tra le grandi favorite ma non è nemmeno una sorpresa; del terzetto un punto dietro alla Triestina, Padova e Sambenedettese erano previste in alto, meno l'Imolese. Modena e Perugia, tra le principali protagonista annunciate, sono nel gruppone a quota 10 e viaggiano tra alti e bassi, il Carpi è nella mischia come la Feralpi di Pavanel, che prova a viaggiare a fari spenti ma ha l'organico per stare tra le grandi. Più sorprendeti Matelica e Cesena, buon avvio anche per Mantova e Legnago.

Nelle parti basse della classifica ci sono tutto sommato le squadre che ci si aspettava, al netto di quelle che sono partite meglio del previsto. Virtus Verona (prossima avversaria della Triestina), Ravenna, Vis Pesaro (che però ha qualità per risalire), Fermana, Fano e Gubbio lotteranno per la salvezza. La vera delusione è l'Arezzo: un punto in sei partite (e 16 gol subiti) sono un bilancio a dir poco deficitario per una squadra da cui ci si aspettava tutt'altro rendimento.