Trieste, 07 Maggio 2024

Augusta Gombach, la decana dei tifosi: da 76 anni allo stadio

18 Maggio 2023 Autore: Davide Furlan

L'Unione sabato ha aggiunto un altro piccolo tassello alla sua gloriosa storia. La permanenza tra i professionisti ottenuta dai ragazzi di mister Gentilini, e passata dal piede destro di Tavernelli, ha dato un'altra chance ai rossoalabardati di ricominciare un percorso vincente dalla prossima estate, a distanza di quarant'anni dalla magica promozione in Serie B del 1983. E chi meglio di una tifosa che ha vissuto quei momenti - e anche quelli precedenti - può ricordare quell'impresa e i molti alti e bassi che hanno contraddistinto l'esistenza della Triestina?

Augusta Gombach è innamorata dell'Unione da 76 anni. Si ricorda la sua prima volta allo stadio?

Assolutamente sì, era il 20 aprile del 1947, avevo 13 anni. Quella fu una partita disgraziata: Triestina-Juventus 1-5. Mi ci aveva portata mio zio, il fratello di mio papà, che era uno juventino sfegatato e da quel giorno ho odiato qualsiasi squadra vestita di bianconero (ride).

Quale ricordo di quella Triestina porta più nel cuore?

Senza dubbio il campionato del 1947-1948; arrivammo secondi a parimerito con il Milan e la Juventus dietro al Torino. L'allenatore era Nereo Rocco; fu una bella soddisfazione che poi negli anni purtroppo non si è più ripetuta.

L'Unione ha vissuto molti periodi bui, qual è il dolore più grande che le ha dato?

Purtroppo sono molti di più i momenti tristi di quelli belli. Lo spareggio con il Vicenza, per esempio, andato male ma al termine del quale, nonostante la tristezza, in stazione per tornare a Trieste si cantava “La Marinaresca”. Ma forse il dolore più grande che ho provato per la Triestina è stata la retrocessione in Serie B del '57: quella mi fece proprio male.

Poi però arrivano gli anni '80, una delle più belle e longeve rinascite.

La promozione fra i cadetti al Grezar nel 1983 fu davvero incredibile. Romano, Ascagni, De Falco; sono persone che mi sono rimaste nel cuore, come del resto Trevisan, Rocco e tanti altri che erano a Trieste prima di loro. Poi arrivò anche il presidente De Riù; un gran signore che ha fatto davvero di tutto per la Triestina, mi creda. Quando nel '94 vennero affissi gli striscioni “De Riù vattene!” dalla tifoseria, io ero al Centro Coordinamento e scrissi una lettera di sostegno al presidente che poi mi rispose di suo pugno. E sa chi era un'altra persona d'oro come lui? Il presidente Biasin, davvero un tesoro.

Qual è stata la più grande gioia che le ha regalato la Triestina?

Gli eroi di Lucca del 2002. Io ero lì, siamo partiti da Trieste con decine e decine di pullman: quante emozioni! Il rigore di Gennari mi resterà impresso negli occhi e nel cuore per sempre.

E arriviamo a sabato scorso: ha seguito la partita con il Sangiuliano City?

Ormai non vado più in trasferta da quasi vent'anni però ho ascoltato la partita alla radio. Devo essere sincera, non credevo che ci saremmo salvati. Dopo il miracolo di Crema non credevo ce ne sarebbe stato un altro, eppure è arrivato. Dopo il gol di Tavernelli ero felicissima ma avevo paura di prenderne un altro, così sono uscita in balcone per non ascoltare gli ultimi quattro minuti di recupero. Quando ho capito che la partita era finita e che ci eravamo salvati ho tirato un sospiro di sollievo.

Cosa prevede per la prossima stagione?

Se il presidente Giacomini manterrà la promessa di non ripetere gli errori fatti quest'anno secondo me potremo fare bella figura. Non me ne voglia Pavanel, che secondo me con la squadra rinnovata avrebbe potuto fare molto bene, ma stimo molto il mister Gentilini e penso che con questi giocatori si possa fare un anno discreto. Senza dubbio farò l'abbonamento per vedere dal vivo come andrà.

(Augusta Gombach nella foto è in fondo al tavolo. L'immagine è dei primi anni 2000 e ritrae, fra gli altri, anche Ezio Rossi, autore della cavalcata trionfale dalla C2 ad un passo dalla Serie A)


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