Trieste, 28 Marzo 2024

Ustn e Acquamarina: "I disabili pagano il prezzo più alto"

31 Gennaio 2021 Autore: Francesco Bevilacqua

L’unico Centro regionale autorizzato a sottoscrivere l’idoneità sportiva agli atleti affetti da disabilità - come riportato dal nostro articolo di venerdì - è l’Istituto di Medicina sportiva e riabilitazione dell’Ospedale Gervasutta di Udine (in foto), alle prese con l’emergenza Covid al punto da sospendere il servizio per diversi mesi e con la diretta conseguenza di bloccare centinaia di ragazzi con il certificato scaduto.

Lo stallo registrato da atleti e addetti ai lavori preoccupa non poco il direttore tecnico del centro Acquamarina Team Trieste Onlus Stefania Maschietto, che sposa la richiesta avanzata dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico Giovanni De Piero di tenere aperto l’ambulatorio un giorno a settimana, ma pone in evidenza anche il problema del trasporto degli atleti da Trieste fino a Udine in un “Ospedale Covid” che comprensibilmente scoraggia i genitori, molti dei quali preferiscono aspettare.

La soluzione, secondo Maschietto, potrebbe essere quella di “far svolgere ai nostri ragazzi lo stesso tipo di visite nelle provincie o comunque nelle strutture più vicine, raccogliere i referti ed inviarli all’IMFR per un’analisi che consenta il via libera in tempi accettabili”. “Non è giusto che gli atleti disabili debbano pagare il prezzo più alto per l’immobilismo che si è venuto a creare - sottolinea Maschietto, coordinatrice inoltre di un progetto che coinvolge 50 bambini con autismo - la situazione Covid è sotto gli occhi di tutti ed è ragionevole dare la priorità all’emergenza. Privare lo sport ai nostri ragazzi dopo un anno così complicato però, è un allarme che se rimane inascoltato rischia di avere gravi conseguenze sui più fragili”.

La bufera scatenata dalla pandemia è stata in grado di svelare una realtà che nell’implosione generale ha subordinato le riabilitazioni ai ricoveri Covid, come da protocollo, scoperchiando però una lacuna che rischia di penalizzare chi allo sport lega indissolubilmente la propria salute.

Ma come mai tutto il peso di una regione è convogliato sulle spalle di una sola struttura? Il direttore del Centro Cardiovascolare e della Medicina dello Sport dell'Ospedale Maggiore di Trieste, Andrea Di Lenarda, fa sapere di essere a conoscenza della situazione anche se per il momento non sono previste soluzioni per tamponare l’emergenza nell’immediato: “Uno degli obiettivi di Asugi - spiega Di Lenarda - è di riuscire a rinforzare la Medicina dello Sport attraverso la realizzazione di un nuovo centro nel Monfalconese, che assorba la domanda di intervento delle province triestina e goriziana”. Difficile però portare a termine il progetto prima che finisca la situazione emergenziale causata dal Covid.

Le soluzioni sulla carta però si prestano poco all’urgenza del momento. “Con una lettera ufficiale l’Azienda Sanitaria ci ha assicurato il potenziamento del servizio a Monfalcone dal 1° febbraio ma a Monfalcone non ne sanno nulla e pare che la situazione rimarrà ingessata fino all’ultima settimana del mese” spiega Nicola Cassio, general manager dell’US Triestina Nuoto, in riferimento al possibile ripristino delle visite mediche sportive specialistiche, ipotizzato dal direttore del Gervasutta Luca Lattuada, se i reparti Covid dovessero continuare ad alleggerirsi.

Problema e soluzione, quindi, sono indirettamente proporzionali e la zona gialla in vigore da domani potrebbe inizialmente stridere con tale ipotesi, posticipando ulteriormente i controlli agli atleti disabili. “Spererei che si arrivi al più presto a una soluzione indipendente dai reparti Covid - conclude Cassio - e demandata fuori dall’emergenza sanitaria perché più avanti andiamo, più controlli si accumulano”.


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