Premessa: a nostro modesto avviso, salvo in casi eccezionali in cui il rischio di turbare l'ordine pubblico sia davvero conclamato, le trasferte dei tifosi non sarebbero mai da vietare. Certo, dirà qualcuno, le forze dell'ordine dovrebbero prevenire altre situazioni di reale incolumità piuttosto che qualche decina di ultras desiderosi di darsi battaglia, ma tranne in rarissime occasioni si tratta appunto di gruppi sparuti che possono essere abbastanza facilmente controllati e identificati.
Ciò detto, fanno specie le ultime decisioni dell'Osservatorio nazionale e delle prefetture, quanto meno quelle che hanno riguardato da vicino le nostre tifoserie. Il 9 novembre, a seguito dei fatti (mal gestiti) avvenuti prima di Triestina-Brescia, quando un gruppo di facinorosi lombardi fece irruzione a Giarizzole con la chiara intenzione di assaltare la curva alabardata, fu deciso di vietare le trasferte dei supporter dell'Unione sul campo della Virtus Verona e di quelli della Pallacanestro Trieste proprio a Brescia in casa della Leonessa. Due scelte che furono giudicate discutibili per non dire assurde, considerando che con la Virtus non ci sono mai stati problemi e che gli scaligeri non hanno certo un gruppo ultras pericoloso e che con la Pallacanestro bresciana, con la quale tra l'altro ci siamo scontrati sei volte nella scorsa stagione, non è mai successo alcunché. Fu semplicemente la reazione, istintiva, a quello che era capitato qualche giorno prima ma le strutture ministeriali e le prefetture dovrebbero agire con la testa e non con la pancia.
Bene (più o meno). Il paradosso sta nel fatto che domenica prossima, l'ultima prima di Natale, sia Unione che basket sfideranno fuori casa due rivali particolarmente agguerrite anche sugli spalti: una, il Vicenza, con la quale c'è una rivalità pluridecennale e l'altra (Varese) i cui ultrà si resero protagonisti un anno fa di quei deprecabili atti di violenza in via Flavia. I biancorossi sono primi nel girone A di Serie C e vantano 10 mila spettatori contro le poche centinaia della Virtus Verona e gli Arditi della curva lombarda sono noti per le loro scorribande, eppure, a fronte di una situazione che, questa sì, poteva richiedere qualche check in più, non è stato predisposto nessun divieto. Che per noi va bene così perché riteniamo che non sarà difficile gestire l'affluenza dei supporter alabardati di calcio (150?) e pallacanestro (una quarantina), ma la congruenza fra le due decisioni stride. E parecchio.