Un testo a tratti dissacrante, che va a sfatare certi moralismi dei “normodotati”: «A dirla così, a me vengono subito in mente dei mostri o degli zombie, NoR-Mo-Do-Ta-Ti!» - scrive Donatella Lovisato nel libro “Associazione Nazionale Sportiva Handicapati Fisici”, uscito in occasione del cinquantenario del sodalizio e presentato recentemente, presso la Società Triestina Canottieri Adria, assieme al coautore - e consocio del Panathlon Club Trieste - Franco Stener. Sottolineiamo che “handicapati” con una “p” non è un errore, o quantomeno non è nostro: così infatti viene riportato nell’atto costitutivo del 21 febbraio 1974 e la Lovisato ci si è in un certo senso affezionata.
Oggigiorno certe aziende più strutturate addirittura organizzano corsi sul linguaggio inclusivo, tuttavia, in questo tomo, che rappresenta altresì un documento storico, la stessa Lovisato aggiunge: «Siete voi che ci mettete a disagio chiamandoci nei modi più strani»; in pratica, handicappato è uno stato e non un’offesa. Coglie la palla al balzo nel suo intervento il consigliere nazionale della federazione di canottaggio Max D’Ambrosi: «Sentendoti, mi viene in mente che perdiamo più tempo a decidere come definire, in modo ipocrita, il movimento, rispetto a rimboccarsi le maniche e fare qualcosa di concreto».
Non è un caso che questa prima illustrazione del libro si sia tenuta all’Adria e non tanto perché, in passato, il presidente Claudio Pregara avesse lavorato, all’istituto Volta, con la Lovisato, ma piuttosto per il paio di decenni che si sta occupando di attività “special”: «Mi dedico come organizzatore, andiamo anche in trasferta ed esiste ancora qualcuno che ci dice che siamo brutti da vedere; però io con questi atleti mi diverto… è proprio “speciale”» - ha raccontato il numero uno della realtà che ha sede sul bacino della Sacchetta. A tal proposito è intervenuto il presidente regionale della Fic Roberto Celic: «Nel nostro ambiente abbiamo spesso strutture su due piani, con qualche complicazione per i disabili, ad ogni modo combiniamo», lasciando evincere che una soluzione per evitare disagi si trova sempre.
Tornando a Pregara, ha aggiunto un commento sul fatto che quasi si vergogna, quando va in giro per il nostro Paese, a dire che nella nostra regione siamo finanziati per sostenere le iniziative rivolte a questi “dispossenti”, come li ha affettuosamente chiamati, con alcuni in sala, perciò senza nulla da nascondere. Su questo aspetto gli ha fatto eco Stener: «A Trieste siamo volti al volontariato, mentre scendendo ad altri paralleli non viene capito». In quest’ottica non è una circostanza fortuita se i denari per consentire la stampa di tale volume sono pubblici, con il marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia”, sul retro, che lo attesta.
Questo scritto, che narra di un “Esempio di impegno e dedizione”, citando il piè di pagina della copertina, costituisce inoltre una testimonianza importante della prima associazione dello “Stivale” che si occupasse di handicappati nel settore specifico; questo diede impulso alla nascita di una vera e propria federazione sportiva a sé stante, affiliata ufficialmente al Coni dal 1987. Volutamente non entriamo nel dettaglio, svelando troppo sull’interessante storia di vita della Lovisato, che potete trovare nella pubblicazione; ad ogni modo è giusto sapere che, per sdrammatizzare nonché rendere più leggera la lettura, c’è un capitolo ricco di aneddoti. I bambini da questo punto di vista sono splendidi, quindi citiamo un breve ma significativo estratto, col dialogo tra la nostra protagonista e uno dei suoi nipoti. Alessandro, mentre si parla di handicap, mi ha detto: «Nonna, tu sei fortunata!» Io gli risposi: «Sì, lo so, perché pur avendo un handicap ho due figli bravi, tanti nipotini e tante persone che mi vogliono bene». Mi rispose: «No, nonna, tu sei fortunata perché hai il tagliando per parcheggiarti».
La nostra conclusione sta, in realtà, in una delle righe d’introduzione della Lovisato, pertanto nelle prime pagine del libro: «Io credo che chi avrà il coraggio di leggerlo alla fine saprà qualcosa di più sul nostro mondo».
Nell’immagine, da sinistra, Massimiliano D’Ambrosi, Roberto Celic, Claudio Pregara, Donatella Lovisato, Franco Stener e Nunzio Minniti (Panathlon)
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