Spesso usiamo l'espressione League of Legends come “esport per eccellenza”, però se ce n'è uno che ha fatto la storia, quello è sicuramente Starcraft II.
Riccardo “Reynor” Romiti, classe 2002, ha già vinto tutto in carriera, mancava solo il trofeo di domenica; ormai possiamo dire che la sua tastiera è come la pietra filosofale: tutto ciò che tocca diventa oro.
Reduce da innumerevoli successi e soddisfazioni, come l’aver vinto “Best Esports Player” agli Italian Esport Award 2020 e l’essere l’unico esportivo italiano sponsorizzato da Red Bull, era pronto e sicuro di sé, proiettato verso la vittoria più importante.
Ed è così che, seppur giocando online, nel teatro di Katowice, culla dell’esport europeo, agli IEM (Intel Extreme Masters) la storia è stata scritta; perché mai nessuno era riuscito a cambiare i colori della bandiera del vincitore, da dieci lunghi anni ormai colorata da campioni sudcoreani, da oggi verde, bianca e rossa.
Riccardo porta a casa il premio di 65.000 dollari dopo un torneo fatto di controllo sul campo ma anche innumerevoli rimonte su alcuni dei player più forti del mondo. Chiude i gironi come secondo classificato, alle spalle dell’ex campione del 2015, Joo “Zest” Sung-wook, fino a ritrovarlo nella gran finale alla meglio delle 7 partite, chiudendo con un 4-2 di spessore con i suoi fidati Zerg (una delle razze dei personaggi giocabili di Starcraft II).
Sui social i fan sono ormai impazziti, ogni vittoria, non prettamente asiatica, ad eventi di questi livelli, viene vista come un passo avanti verso la globalizzazione del movimento esportivo mondiale. Che l’avere una bandiera italiana sulla vetta di un titolo così importante possa portare il nostro paese ad avere una visibilità e considerazione maggiore degli esports? Noi lo speriamo.