Partirà domani e durerà fino al 31 agosto il viaggio della Commissione Grotte Eugenio Boegan, gruppo speleologico della Società Alpina delle Giulie APS - Sezione di Trieste del Club Alpino Italiano, che effettuerà una missione esplorativa in Montenegro, più precisamente nello Žijovo (Kučke planine), un altopiano sospeso tra il cielo e la pietra a quasi 2000 metri di quota, ai confini delle “Montagne Maledette”, le Prokletija albanesi, una catena calcarea dalle forme spettacolari e ancora in gran parte sconosciuta al mondo speleologico.
In un’area operativa di circa 2 km² si susseguono banconi di roccia calcarea triassica e giurassica, con una potenza stratigrafica che supera i 1.200 metri. Un ambiente aspro e affascinante, per certi versi simile a quello del Monte Canin, ma più selvaggio e remoto, dove ogni passo in superficie potrebbe essere il preludio alla scoperta di squarci oscuri e ingressi appena accennati che conducono gli speleologi in profondità, accompagnati solo dal rumore delle gocce d’acqua e dal proprio respiro.
Tre gli obiettivi della spedizione: proseguire le esplorazioni di alcune cavità scoperte nel 2024 e completarne la mappatura; individuare ed esplorare nuove grotte grazie a ricognizioni mirate e supporto tecnologico (droni, GIS, modello digitale del terreno e foto aeree); raccogliere dati geologici e materiale multimediale per studi scientifici e per raccontare la missione al pubblico.
La spedizione riunisce nove speleologi della C.G.E.B. (Laura Bertolini, Silvia Foschiatti, Veronika Paulina, Adriano Balzarelli, Alberto Giorgi, Andrea Lalovich, Umberto Mikolic, Rocco Romano e Cristiano Toffoletti), insieme a Daniele Santarossa (Unione Speleologica Pordenonese), Ida Cossettini (Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine) e Lorenzo Scaini (Gruppo Speleologico “Bertarelli” di Gorizia). Insieme, porteranno in Montenegro la passione e l’esperienza dell’intero mondo speleologico del Friuli Venezia Giulia.
“La speleologia è esplorazione dell’ignoto allo stato puro, forse l’ultima possibile sul nostro pianeta, e ciò significa essere pionieri in un regno che esiste da milioni di anni, ma che non ha mai visto né la luce né l’uomo”, sottolinea il capo spedizione Alberto Giorgi.