Trieste, 20 Aprile 2024

Brandolin e il DPCM: allenamenti individuali? Stupidaggine...

22 Ottobre 2020 Autore: Luca Henke

Una situazione complessa, che per lo sport - locale e non solo - si fa sempre più intricata. Il numero uno del Coni regionale si dice molto amareggiato per l’espropriazione che la politica, a suo dire, ha operato ai danni di molte discipline dilettantistiche in Italia. E lo fa senza mezzi termini.

Presidente Brandolin, è arrivato lo stop alla disputa delle partite per molte attività. Penalizzati maggiormente appaiono i giovani, che stavano ritrovando il piacere dello sport di squadra. È d’accordo?

Direi che sono stati penalizzati soltanto i giovani. Nel calcio, dai giovanissimi in giù; nella pallavolo, dagli under 14, e così via. E c’è inoltre la stupidaggine di aver disposto gli allenamenti individuali per i bambini come se fossero in Serie A.

Quale potrebbe essere il senso di una distinzione tra le attività provinciali e regionali/nazionali?

Assolutamente nessuno. Una cosa più sensata sarebbe stata quella che sembrava la linea della Lombardia fino alla scorsa settimana: mantenere attivo solo il livello nazionale, i professionisti insomma. Il calcio, ad esempio, avrebbe visto uno stop totale dall’eccellenza in giù. E ciò avrebbe fermato milioni di persone che effettivamente vanno incontro a una certa socialità, trattenendosi dopo l’allenamento negli spogliatoi o ai chioschi. Allo stato attuale, invece, ci sono società come ad esempio il Ronchi Calcio che hanno due squadre di Allievi, tutti coetanei, ma potranno far giocare solo quelli regionali. E questa è la dimostrazione che chi ha scritto il DPCM non ha idea di che cosa sia il mondo dello sport.

In molti sostengono che il problema sia semplicemente spostato dai campi di gioco, più controllati e sicuri, ai parchi dove il rischio di contagio è più elevato.

Infatti, sarebbe stato più ragionevole escludere solamente gli sport amatoriali. Nelle società, infatti, agli atleti di tutte le età viene misurata la febbre e si mantengono sempre le distanze. Fermare solo i bambini non ha senso.

Può essere, questa, una scelta dettata dalla considerazione non proprio eccelsa per lo sport giovanile che ancora c’è in Italia?

Non credo. Penso piuttosto che il tentativo sia quello di togliere l’indipendenza e la democraticità allo sport; questi provvedimenti rientrano tutti in una logica mirata ad uccidere l’autonomia e far comandare la politica, anche sullo sport. Il Coni e le Federazioni sono stati ignorati.

Da presidente del Comitato Olimpico Fvg, qual è il suo pensiero riguardo lo svolgimento di Tokyo 2021? Il tema sembra essere sparito dal dibattito pubblico...

L’ultima notizia che ho io è che il CIO ha detto che si svolgeranno regolarmente tra giugno e luglio, per quanto senza pubblico o eventualmente a ranghi ridotti.

Vedremo invece il pubblico sugli spalti agli Europei di calcio?

È chiaro che molto dipenderà dall’evoluzione della pandemia, ma il presidente della UEFA Aleksander Čeferin ha da poco sostenuto che il pubblico ci sarà. Non so su quali basi, ma questa è la linea della federazione continentale.


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