Dei tifosi, come sempre, non gliene frega niente a nessuno, e non scopriamo certamente l'acqua calda. La scelta di far disputare la sfida di Verona sabato sera alle 8, in contemporanea con la partita della Triestina, la dice lunga sull'interesse di chi gestisce i principali campionati professionistici nei confronti dei supporter. Per carità, non è che le varie leghe possano incrociare i calendari di tutti gli sport prima di decidere quando fissare un incontro ma qualsiasi giornata e qualunque orario sarebbe andato bene, tranne, appunto, negli stessi minuti in cui l'Unione si giocherà la salvezza. Oltretutto proprio nel Veronese, neanche farlo apposta.

Non che molti tifosi di entrambe le nostre prime squadre avrebbero avuto il tempo, la voglia e il denaro per la doppietta e gustarsi dal vivo entrambe le gare, ma almeno in televisione sì. E invece niente. Fa sorridere - e fa specie - che una delle giustificazioni dello spostamento al sabato sia la potenziale concomitanza, domenica, con Verona-Lecce del campionato di calcio di Serie A: troppo difficile per l'ordine pubblico gestire due partite in contemporanea, di cui una, la nostra, dove probabilmente non ci saranno più di mille spettatori? Tutto assurdo. Come sempre.