Trieste, 18 Aprile 2024

Il goriziano Paolo Tavian nuovo "pres" degli sport invernali paralimpici

27 Ottobre 2022 Autore: Luca Henke

Neo presidente della FISIP, Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici, il goriziano Paolo Tavian ha fatto il punto sull’avvio della stagione e sulle iniziative con vista Milano-Cortina 2026.

Presidente, il 15 maggio la sua elezione, cinque mesi di lavoro da quel giorno. Che mesi sono stati?

Sono stati mesi di presa di coscienza del nostro livello attuale. E fatta un’analisi di cosa serve al nostro velivolo per prendere quota, abbiamo bisogno chiaramente di carburante ma anche di piste da cui decollare e dove atterrare. Mi sono visto gli obiettivi, quello finale ovviamente è Milano-Cortina; ma non necessariamente in funzione di medaglie, bensì per quanto riguarda l’ampiamento - dal punto di vista numerico - della nostra attività.

È in partenza la stagione agonistica degli sport invernali. Al di là dello sguardo verso Milano-Cortina, quali sono le premesse al via?

Nel giro di tre o quattro settimane dalla mia elezione abbiamo riorganizzato le squadre agonistiche: sci alpino, snowboard, fondo e anche bob. Abbiamo ridisegnato i quadri degli allenatori, con delle scelte mirate, e rimesso in moto tutto lo staff che è attivo da quel momento. Arriviamo all’avvio di stagione con già degli allenamenti estivi alle spalle, ma abbiamo davanti anche un autunno di lavoro: la prossima settimana, ad esempio, siamo in Val Senales.

In termini di preparazione, quali sono gli obiettivi verso le Paralimpiadi 2026?

Arriveremo pronti se saremo stati bravi ad aumentare la nostra base. Gli atleti della squadra A è bene che continuino ad allenarsi e prepararsi, però a parte loro sarebbe bene che ci si arrivi con una buona base di cinquanta o sessanta elementi. La squadra B infatti vedrà un allargamento, pur con le debite scremature per età, capacità, eccetera.

Ci saranno anche dei campus.

Esatto, ce ne saranno quattro: la loro funzione è quella di portare i ragazzi con disabilità ad iniziare la pratica di attività sulla neve. Attiriamo così ragazzi dai 5 ai 20 anni, facendo partire un percorso che poi chiaramente si vedrà come andrà. Certo non mi aspetto che ne escano atleti per Milano-Cortina, i tempi sono troppo stretti, ma un aumento del vivaio chiaramente è un obiettivo.

C’è un’altra sfida: far conoscere il panorama degli sport paralimpici, e di quelli invernali. A che punto siamo e cosa farete in questa direzione?

Devo essere onesto, nell’immediato il focus è sulla risoluzione dei molti problemi pratici: un esempio può essere l’abbattimento di numerose barriere architettoniche che allo stato attuale gli atleti paralimpici troverebbero nei dintorni del villaggio olimpico a Cortina; tanto per dirne una. Per la cultura paralimpica un’idea sarà quella di entrare nelle scuole, cosa che stiamo già facendo ma che contiamo di implementare a piccoli passi. La fotografia della situazione, comunque, è abbastanza da ‘codice rosso’.


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