Trieste, 23 Aprile 2024

Grazie "Prof": hai saputo rendere grande la tua Trieste

23 Luglio 2022 Autore: Alessandro Asta

Una bottiglia d’acqua, messa sopra uno dei banchetti della prima fila di Chiarbola (diventata la sua casa ancora ben prima che quei capelli cominciassero a diventare bianchi) e presa nervosamente in mano almeno ogni due-tre minuti. La sua carica emotiva nel seguire la sua squadra. I tanti rimbrotti che partivano da sotto i baffi, rivolti verso il parquet durante le partite dopo una sciocca palla persa o per un sette metri non fischiato: era questo Giuseppe Lo Duca, sempre seduto al proprio posto, sempre a voler dare una scossa a quei biancorossi che - in cinquant’anni di storia della Pallamano Trieste - ha saputo portare a vette altissime e per certi versi irraggiungibili, nel futuro che verrà.

Colui che si è spento nella scorsa notte a 79 anni è stato più di un semplice dirigente sportivo. Perché il “Prof” verrà ricordato per essere stato il pioniere di una disciplina che nessuno conosceva in Italia, fautore dell’inizio di un movimento che ha portato tanti ragazzini a vestire una maglia importante: quella giuliana. E per un momento mettiamo da parte quei 17 scudetti, quelle 6 Coppe Italia e tutti quei successi inanellati in una carriera da allenatore, presidente e dirigente che forse avrebbe addirittura meritato molto di vincere ancora di più, per la pazienza e la voglia di andare avanti anche quando l’”età dell’oro” della Pallamano Trieste si era inesorabilmente conclusa, da inizio degli anni 2000 ai giorni nostri. Perché Giuseppe Lo Duca è e soprattutto resterà per sempre uno dei personaggi che ha portato un piccolo capoluogo di regione - spesso dimenticato da chiunque perché troppo lontano da città ben più importanti - nell’Olimpo delle società sportive più vincenti di sempre in Italia. Una sfida stravinta e che non andrà mai dimenticata, in un ambito dove troppo velocemente ci si dimentica di ciò che è stato fatto: ma anche un’eredità pesante, un qualcosa che la Pallamano Trieste dell’immediato futuro dovrà ancor di più prendere in mano e far sì che tutti gli sforzi profusi in cinquanta anni di storia non diventino solo una bella ma sbiadita  fotografia del passato.

Addio, “Prof”. E grazie davvero di tutto, per quello che hai saputo regalare a noi sportivi. Non ti dimenticheremo mai.


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