Trieste, 27 Maggio 2025

Trieste, ora in questi playoff sai anche soffrire: Cantù è già sul filo del rasoio

05 Giugno 2024 Autore: Alessandro Asta

Lo si diceva alla vigilia: a Desio i polsi non dovranno tremare troppo, per uscire indenni da gara-1. E così è stato, perché dopo quel tremendo terzo quarto con soli nove punti segnati e una Cantù che sembrava essere padrona dell’inerzia, è stata anche la forza dei nervi a diventare la chiave per il pesante, pesantissimo punto dell’1-0 nella serie.

La Pallacanestro Trieste ha tanti grandi meriti, nella sua quinta vittoria consecutiva esterna ai playoff (la settima in tutto) e nel ribaltare per l’ennesima volta in post-season il fattore campo avverso: riuscire innanzitutto a trascinare sul ghiaccio un’Acqua San Bernardo che ci ha capito poco o nulla nei primi 20 minuti di partita. E con il massimo sforzo dei padroni di casa rientrando fuori dagli spogliatoi, quando la fisicità difensiva dei lombardi a soffocare i portatori di palla giuliani e i conseguenti possessi persi dai biancorossi sembravano aver ribaltato completamente la partita, ecco invece che c’è stata tanta resilienza negli ospiti. Con i pochi (ma preziosi) punti messi a segno nel terzo quarto – e su questo, una menzione speciale va a Filloy, perché queste sono le partite in cui un cavallo di razza si vede a occhio nudo – Trieste è ripartita. Ma soprattutto ha avuto sempre il grande merito di non mettere in ritmo buona parte delle bocche da fuoco di Cantù, che hanno fatto cilecca dalla lunga distanza (solo nove tiri segnati su 40 tentativi da tre) e di reggere l’urto nonostante l’infortunio di Candussi (e speriamo davvero sia solo una botta al ginocchio, quella rimediata da “Candu” nella seconda metà di partita…) abbia portato Jamion Christian a optare tanto su quintetti più “leggeri”. Tornando poi a essere progressivamente padrona del ritmo, con un’Acqua San Bernardo che non ha saputo scrollarsi di dosso quel suo peccato originale che l’ha vista spesso in stagione accendersi e spegnersi improvvisamente in pochi minuti. E c’è tanto merito biancorosso in questo, al netto delle difficoltà del terzo periodo, a una lotta sotto canestro che ha concesso 16 rimbalzi in attacco agli avversari ma a una difesa (con tanta "zona" annessa) che alla fine ha anche tenuto gente come Moraschini, Baldi Rossi e Burns al minimo storico in ambito di efficienza offensiva.

Dopo i primi quaranta minuti della serie che regala la serie A, Trieste è dove voleva essere: in una comfort-zone in cui invece Cantù è inevitabilmente già agli antipodi. Ne servono ancora due per coronare il sogno, serve adesso mantenersi lucidi perché – come detto da Christian – da qui alla palla a due di giovedì sera ci sono tante cose da limare e da sistemare. Ma intanto il gusto di qualcosa di buono è già sul palato di tutti i tifosi giuliani (di cui un centinaio ieri sera si sono goduti la prima gioia della finale al PalaFitLine): la Pallacanestro Trieste non ha minimamente voglia di fermarsi. E adesso sì (ma lo diciamo rigorosamente sottovoce) che l’obiettivo di stagione non è poi più così lontano...

(credits ph. Pallacanestro Trieste)


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