In una piacevole, non troppo calda mattinata di luglio, abbiamo incontrato Bogdan Tanjević in un bar sulle Rive. Data la sua approfondita conoscenza del basket e la saggezza personale, abbiamo colto l’opportunità per fargli qualche domanda sugli impegni che attendono nella prossima stagione la Pallacanestro Trieste, ma anche per strappare un pronostico sull’Eurobasket, un appuntamento che interessa i fan della palla a spicchi e che inizierà a fine agosto. Ecco cosa ci ha svelato l’ex allenatore, che trentuno anni fa con la Stefanel Trieste aveva sfiorato la vittoria in Coppa Korać.
Come giudica il sesto posto della Pallacanestro Trieste nell’ultimo campionato?
Si è trattato di un risultato eccellente. La squadra mi ha sorpreso positivamente, anche con delle vittorie del tutto meritate nell’arco della stagione regolare 2024/25, a scapito di avversarie di prestigio, che sono arrivate in fondo alla competizione. Si pensi ai successi in casa ed in trasferta contro la Virtus Bologna, che alla fine ha alzato lo scudetto.
Cosa attende i biancorossi nella nuova stagione?
Giocheranno su due fronti: in campionato e nella competizione europea. Perciò si tratterà di una stagione impegnativa. Realisticamente parlando, potrebbe essere difficile bissare l’ottimo risultato ottenuto nella scorsa stagione. Mi spiego. Gareggiare in due competizioni significa dover fare i conti con una maggiore probabilità di incorrere in infortuni. Lo staff dovrà, ad un certo punto, considerare tra le altre cose anche il fattore legato alla fisiologica stanchezza dei cestisti in canotta biancorossa. Insomma, visto l’impegno europeo, la stagione si prospetta come più dura e faticosa rispetto a quella passata. Detto ciò, può portare a nuove, importanti soddisfazioni.
Come si sta comportando la nuova proprietà americana?
A mio avviso si sta muovendo bene. Ai tempi in cui sedevo sulla panchina triestina, all’epoca della Stefanel, le dinamiche erano diverse. Le prime squadre erano in generale ben più legate ai settori giovanili. Noi allenatori eravamo scelti e valutati in base alle idee e ai progetti che proponevamo. Riuscivamo a recuperare negli anni il gap contro club con budget più cospicui e, in teoria, più forti.
Il pubblico casalingo potrà riassaporare il gusto di competere a livello europeo
Indubbiamente. Le squadre che in occasione della Basketball Champions League passeranno per il PalaTrieste sono tutte valide. Penso ad esempio all’Igokea, team bosniaco che nelle scorse stagioni ha sempre ben figurato, raggiungendo le posizioni alte della classifica di Lega Adriatica, ovvero in un campionato di ottimo livello, che seguo con interesse. Pure Galatasaray e Würzburg sono ottime squadre per la categoria.
Il basket giuliano merita un palcoscenico internazionale. A proposito, ricordo ancora la finale di Coppa Korać, persa con Dejan Bodiroga e gli altri ragazzi nel 1994 contro il Paok Salonicco, in un torneo agguerrito e dall’elevata qualità. È un titolo europeo che ho sfiorato in finale altre volte, un trofeo che purtroppo manca nella mia bacheca personale.
Altri rammarichi legati a quella squadra e a quel periodo?
Non sono riuscito a portare lo scudetto a Trieste, con una compagine che si allenava sulle ali dell’entusiasmo e con senso di attaccamento alla maglia. L’entusiasmo era per i ragazzi che allenavo era più importante dei soldi. Come tutti sanno, la proprietà ha deciso di prelevare buona parte della squadra per portarla a Milano, dove abbiamo in seguito vinto lo scudetto nel campionato 1995/96, battendo in finale la Fortitudo Bologna. Per quanto mi riguarda, almeno metà di quello scudetto appartiene idealmente a Trieste. Su questo non ho mai avuto dubbi.
L'intervista completa sarà consultabile nell'inserto estivo cartaceo di Citysport.news, disponibile nelle prossime settimane
(credits ph. Oslobođenja)