In campionato sei vittorie e sei sconfitte. In coppa due successi e quattro ko. In totale fanno dieci battute d'arresto nelle prime diciotto gare della stagione. Troppe, certamente, ed è per questo che l'allarme sta suonando già da un po'. Che cosa si stiano dicendo dentro la società è pressoché sconosciuto perché la proprietà e lo staff dirigenziale non sono soliti spifferare alcunchè; un'altra mentalità rispetto alla nostra, e naturalmente va rispettata. Ma è evidente che gli umori, anche nelle “segrete stanze”, non sono dei migliori.
Due anni fa, più o meno a questo punto della stagione, il nostro giornale aveva chiesto a gran voce l’esonero di Jamion Christian, e sappiamo tutti come andò a finire. Il g.m. Arcieri tenne duro, non ascolto i desiderata della piazza e alla fine ebbe ragione lui, per fortuna. Siccome errare è umano ma perseverare no, non ci permetteremmo mai di invocare nuovamente un cambio di panchina ma che il bilancio sia deficitario è sotto gli occhi di tutti. Un conto è perdere, e sono già dieci le volte in cui la Pallacanestro Trieste è uscita dal campo a capo chino, un altro è farlo come a Varese, o in casa con Wurzburg mercoledì scorso. O a Brescia, Cremona, Venezia, in Bosnia e all'andata in Germania. Delle dieci sconfitte subite, in sette occasioni i biancorossi sono stati inguardabili. E se dal punto di vista tecnico è difficile comprendere le cause, da quello mentale è invece chiaro che qualcosa non torna, ad iniziare dal linguaggio del corpo non sempre positivo per proseguire con i primi quarti quasi sempre a rincorrere e con una difesa molto spesso troppo molle.
Serve un cambio di passo immediato, prima ancora nella testa che nel fisico o negli schemi, anche perché questa annata non prevede soste: già lunedì sera arriverà in via Flavia una lanciatissima Virtus, che ieri ha battuto la capolista Brescia; e a inizio gennaio ci sarà subito il turno a eliminazione diretta con gli ungheresi dello Szolnok. Dentro o fuori, e per quanto il basket magiaro non sia al top in Europa, questa Trieste, quella vista nelle ultime settimane, non dà garanzie.
La tifoseria, almeno sui social, si sta esprimendo molto chiaramente: la fiducia verso il tecnico sembra agli sgoccioli. Ma va detto che su Facebook i commenti non sempre rispecchiano il mood generale, perché chi è più arrabbiato tende a commentare maggiormente, e magari c'è una maggioranza silenziosa che la pensa diversamente. In ogni caso, per quanto le critiche siano legittime, anche alla luce degli obiettivi sbandierati in estate, non dimentichiamoci che siamo a metà classifica e non ultimi, che la società è solida e ambiziosa e che una stagione, per quanto (fin qui) negativa non può modificare le sorti di un progetto. Quello sì a lunga scadenza. Almeno così ci è stato ripetuto dal club.