Trieste, 30 Aprile 2025

Ruzzier ringrazia e carica il pubblico: "La nostra una delle tre tifoserie più calde d'Italia"

29 Maggio 2024 Autore: Mattia Fabbro

Trieste vola”. Con un filotto di sei vittorie consecutive ai play-off e due 3-0 senza appelli rifilati prima a Torino e poi a Forlì, la Pallacanestro Trieste sta regalando alla città un entusiasmo cestistico che non si vedeva da anni. Figlio di un’alchimia ritrovata e di un grandissimo basket offerto da una squadra in cui ognuno sa dare il proprio contributo. Coralità come valore vitale trainante, quindi, ma che ha lasciato spazio anche a forti individualità. Le semifinali contro i romagnoli, infatti, si sono concluse favorevolmente per Trieste anche grazie ad un protagonista su tutti: Michele Ruzzier. Il triestino classe 1993 ha preso per mano i biancorossi fino al raggiungimento della finale con Cantù e ha letteralmente incantato tutti, dimostrandosi un fuori categoria come confermato dalla candidatura a MVP delle semifinali, grazie a 16.7 punti di media (con 67% da due e 55% da tre) e 7.3 assist. Playmaker che, nonostante non ami le interviste, ha accettato di raccontarsi con noi e per questo lo ringraziamo.

Michele, gara-3 contro Forlì ti ha ufficialmente incoronato. Tutti in piedi alla tua uscita e standing ovation. Come è stato?

È stata una delle emozioni cestistiche più forti che abbia mai provato. È stato incredibile e proprio non me l’aspettavo, davvero emozionante. Sugli spalti erano presenti anche la mia famiglia e la mia ragazza, quindi ancora più intenso. Inizialmente non mi sono neanche accorto che stesse accadendo e con così tante persone in piedi per me, l’ho capito solamente dopo aver metabolizzato cosa fosse successo. Ringrazio tutti, mi hanno regalato un’emozione impagabile.

Ora la finale con Cantù. Che insidie nasconde? Contento di aver evitato il derby?

Non dobbiamo assolutamente sederci sugli allori e pensare che quanto fatto sin qui basti. Dobbiamo mantenere salda la concentrazione e arrivare al meglio, la finale farà storia a sé. Dobbiamo resettare tutto e prepararci, mantenendo la fiducia e la mentalità giusta. Per quanto riguarda il derby con Udine, da un lato sarebbe stato bellissimo ed emozionante per tutta la regione, dall’altro forse avrebbe aggiunto stress ad una partita che già di per sé, essendo una finale, ne produce tantissimo.

Qualche mese fa ti aspettavi di poter giocare la finale, oltretutto in un “palazzo” così positivo e presente?

Non me l’aspettavo, ma per certi versi anche sì. Parto da un presupposto: capisco perfettamente la freddezza nei periodi in cui i risultati non arrivavano, come non eravamo contenti noi non potevano esserlo loro. Ma sapevo benissimo, e ora è stato ampiamente confermato, che quando vi è necessità Trieste risponde sempre. Noi siamo stati bravi sul campo, ma sono sicuro che in ogni caso il palazzetto sarebbe stato con noi. La nostra è tra le tre tifoserie più calde d’Italia.


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