Il giorno dopo è carico di rabbia, sui social e fra i bar, e le dure parole di coach Christian in sala stampa - mai visto così indispettito in queste due stagioni a Trieste - hanno accentuato ulteriormente la sensazione che Trieste abbia subito un danno.
Ma sgomberiamo il campo da ogni dubbio: Brescia, alla fine, ha vinto con pieno merito. E riuscità a reincanalare una partita che stava andando, per lei, verso il baratro, e lo ha fatto dopo tre quarti pessimi (lunedì in casa) e altri due, ieri, che avrebbero affossato chiunque, anche perché Ruzzier & co. sembravano avere l'inerzia completamente nelle proprie mani. Bravo il roster di Poeta che è rimasto sereno e ha sfruttato il calo, fisico e mentale degli avversari. Quanto poi abbia influito il discusso metro arbitrale sulla rimonta lombarda è oggetto di discussione. Probabilmente poco, in avvio, perché il 9-0 subito nel primo minuto della ripresa, probabilmente decisivo, è frutto soprattutto degli errori giuliani, ma ciò che ha fatto male è stato vedere i direttori di gara accanirsi su una squadra palesemente innervositasi e in evidente difficoltà gestionale. Perché sì, il secondo tempo biancorosso è stato pieno di lacune, con Ruzzier stanco, Johnson gravato di falli, Valentine ancora una volta eccessivamente discontinuo (nelle tre gare play-off, fin qui, è stato in partita solo mezza...) ma è pur vero che quattro falli tecnici in 20' li si fischiano di rado. Nel momento in cui ne hai comminati già due, e se a coach Christian fischi sanzione appena apre bocca mentre Poeta può protestare animatamente più di una volta senza colpo ferire, e se Bilan può passeggiare in "mondovisione" con la palla in mano, nell'incredulità del migliaio di spettatori del Palaverde (nella foto il frame dalle immagini televisive), è proprio necessario innervosire ulteriormente il match espellendo Brown e mantenendo un'intransigenza verso Trieste quasi assoluta?
La gara l'avremmo persa comunque perché semplicemente la Leonessa nella ripresa ha aggiustato la mira, alzato il ritmo e iniziato a difendere, e allora questo ergersi a protagonisti assoluti, da parte della terna, è apparso onestamente fuori luogo. Un bravo arbitro non si fa notare, mica diventa l'attore principale del film. Ma è un mal comune, purtroppo, e non un'eccezione.