Trieste, 03 Maggio 2024

La squadra ha definitivamente svoltato: ora tocca al pubblico

05 Dicembre 2022 Autore: Alessandro Asta

Quanto vale la vittoria di Reggio Emilia di ieri sera? Tanto, è indubbio. E di valore aggiunto che si è creato per la Pallacanestro Trieste – in fatto di punti preziosi conquistati e di un’autostima che cresce sempre più – ce n’è a bizzeffe all’indomani del “sacco” del PalaBigi (che tra l’altro, è costato la panchina a Max Menetti). A dirla tutta, i biancorossi hanno definitivamente svoltato dopo la brutta e incolore parentesi di inizio stagione, quando poco o nulla sembrava funzionare (al netto naturalmente della forza delle avversarie incontrate in primissima battuta). E su questo c’è la mano di Marco Legovich.

Da “coach sul giro d’aria” ad “allenatore rivelazione”: così è stato etichettato prima e dopo lo 0-4 iniziale. Probabilmente bastava aspettare, ma è altrettanto vero che “Lego” non ha mai perso di mano la situazione nemmeno nei brutti momenti. E questo fa capire una volta per tutte che lo spogliatoio è sempre rimasto unito, nella gioia e nel dolore: una variabile fondamentale, perché per arrivare alla salvezza (di strada da fare ce n’è ancora parecchia, ovviamente) tutto passa dall’unione di intenti. E i due punti catturati ieri non fanno altro che fortificare un gruppo squadra che non dovrà mai perdere l’entusiasmo. Perché è innegabile: gli “up & down” continueranno a far parte del campionato biancorosso, ma dalle parti dell’Allianz Dome è un concetto che si conosce alla perfezione sin dal primo allenamento estivo.

I quaranta minuti di Reggio Emilia però dicono anche altro: che, nel già citato cambio di marcia, la Pallacanestro Trieste ha saputo approcciare perfettamente alle partite. E tutto questo è partito dal secondo quarto della partita di Napoli dello scorso 30 ottobre, quando i giuliani sotto di dieci alla prima sirena furono in grado di dare il primo, vero segnale della stagione vincendo poi all’overtime. In mezzo ci sono stati sicuramente parecchi errori e “peccati di gioventù” (su tutti, la poca lucidità contro Brescia quando serviva chiudere la partita sia nell’ultimo quarto che all’overtime), ma c’è anche parallelamente la consapevolezza che questo è un gruppo che sta maturando. Dopo l'arrivo di Miki Ruzzier, c’è sicuramente la possibilità di migliorare ancora qualcosa a livello di roster, quando arriverà la chiusura definitiva della trattativa per il cambio di proprietà (e questo aspetto lo si può vivere senza ansie, con una situazione di classifica decisamente più felice rispetto a qualche tempo fa), di fatto ci si può coccolare un’anima di squadra che aiuta a pensare positivo. E in pochi avrebbero scommesso su questo, solamente un mese e mezzo fa.

Per un ulteriore salto di qualità, ora serve qualcosa che arrivi da fuori parquet: seppure nell’ultima in casa contro Brescia il calore non sia certamente mancato sulle tribune dell’Allianz Dome, quel dato che non ha mai superato sin qui le tremila unità presenti a un singolo match fa storcere il caso sul concetto del “Red Wall” tanto decantato in passato. Sono indubbiamente cambiati i tempi, ma la passione per questa squadra non può essere mutata così radicalmente, anche a livello di meri numeri statistici. Lo dimostrano i “valorosi” del tifo organizzato che macinano tanti chilometri in trasferta in giro per l’Italia, lo può dimostrare anche chi da un po’ non ci viene al PalaTrieste: la passione per la principale realtà cestistica cittadina non può e non deve mai passare di moda. Ecco perché è lecito aspettarsi qualcosa di più anche da parte del pubblico, sin dalla prossima gara interna di domenica prossima contro Brindisi. La squadra ha saputo “svoltare”, ora può farlo anche chi al palazzo manca da troppo tempo.


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