Trieste, 24 Giugno 2025

La domenica bestiale di Trieste, tra imprese e... invasioni di campo

04 Aprile 2023 Autore: Alessandro Asta

A meno di 48 ore di distanza, l’eco di un’impresa prima sognata e poi realizzata è ancora vivo e forte. La Pallacanestro Trieste che oggi riprende le proprie fatiche in palestra, dopo lo sgambetto alla Segafredo Bologna, ha saputo nuovamente rinascere dalle proprie ceneri. Era successo a inizio campionato, con quel record negativo, è accaduto domenica sera contro una Virtus mai battuta sino allo scorso weekend nella recente storia biancorossa post-fallimento del 2004. Roba da spellarsi le mani per i quasi 5000 dell’Allianz Dome, e anche se l’invasione di campo del tifoso alla fine partita – con annessi gestacci verso i tifosi ospiti – ha macchiato un po’ l’immagine della festa del PalaTrieste (bravo ad assumersi le colpe, a scusarsi pubblicamente tramite un post sui social e a voler pagare la mega-multa di 12 mila Euro combinata alla società, ma la prossima volta è meglio farsi un pochino più furbi: con tante telecamere a immortalare il “gesto” in diretta, in casi come questi è meglio mettere da parte l’adrenalina e restare al proprio posto, senza inutili… protagonismi troppo spinti), la domenica di Valmaura resta positivamente “bestiale”. Perché, senza ma e senza se, i due punti in più messi in cascina in classifica sono i più importanti dell’intera stagione.

Rialzarsi e ripartire, dopo qualche passaggio a vuoto di troppo. Lo aveva chiesto Marco Legovich nel post-Scafati otto giorni prima dell’impresa con le “V nere”, puntando idealmente il dito contro se stesso e contro la squadra. Ebbene, la lezione sembra essere davvero servita per un team che nei ko si era troppo affidato delle proprie individualità e pochissimo invece al gioco di squadra. I tanto decantati 20 assist totali in quaranta minuti di partita sono la punta dell’iceberg di una prova attenta, ma al tempo stesso ben preparata e focalizzata sull’avversaria. L’approccio è stato eccellente, al netto di qualche amnesia difensiva nella prima parte di gara che in certi casi ha lasciato la strada libera alle transizioni coast-to-coast di Bologna. E poi c’è stato lui, Emanuel Terry, per molti la “pietra dello scandalo” del mercato di riparazione biancorosso, che come era accaduto contro Milano sembra davvero esaltarsi contro le big. Il lungo statunitense ha saputo prendere in mano la situazione, non pestandosi praticamente mai i piedi con Spencer, diventando una gemma preziosa per Trieste in ambito di solidità nel pitturato. E per un giocatore che ha ancora molto da studiare per tramutarsi in un efficiente numero “4” come gli viene chiesto di fare (quella tripla messa a segno regala però la speranza che possa diventarlo nel breve periodo…), dall’altra parte regala l’idea che ci sia un nuovo potenziale leader all’interno della squadra, in grado di risolvere le partite. Una cosa non da poco.

E adesso, con il +4 nei confronti del “mappazzone” di squadre ferme a quota 16 (a questo punto, le indiziate per la retrocessione passano per due tra Verona, Scafati, Napoli e Reggio Emilia), a sei giornate dalla fine Trieste può respirare un po’ di più. Senza però dare nulla per scontato, perché sedersi idealmente sugli allori dopo aver conquistato lo scalpo della Virtus vorrebbe dire darsi nuovamente la zappa sui piedi da soli. Per bindare la pratica salvezza, serve sicuramente ancora almeno una vittoria (con due “W”, i giochi sarebbero definitivamente chiusi), ma ciò che è più importante è che lo spirito “operaio” biancorosso, quello che ha permesso di essere sin qui con un bottino di dieci vittorie, deve rimanere tale sino al 7 maggio, data dell’ultima partita di regular season. L’obiettivo è vicino, ma guai a mollare la presa.

(credits ph. Legabasket)


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