Trieste, 30 Aprile 2025

L’entusiasmo di Trieste rischia di naufragare per una bottiglietta d’acqua

23 Aprile 2025 Autore: Alessandro Asta

A giocare col fuoco (anzi, con le bottigliette d’acqua) prima o poi ci si brucia. Anzi, ci si annega. E se il primo conto salato di 4000 Euro per lancio di oggetti sul parquet era stato un avvertimento subito dopo il match vinto in casa contro la Virtus Bologna a fine marzo, ecco che le due giornate di squalifica del PalaTrieste arrivate ieri (e su cui la Pallacanestro Trieste è già al lavoro per un ricorso) suonano come una vera e propria condanna per un’intera tifoseria che ora rischia di non vedere più all’opera la squadra in via Flavia per ciò che resta della stagione.

Non vogliamo certo fare i puri e semplici moralisti in questo ambito (tanto più da parte di chi, come il sottoscritto, qualche stagione or sono vide arrivare un intero bicchiere colmo di birra sul portatile…), ma in diverse occasioni si è parlato di come – da parte di chi scende in campo – serva sempre un atto di responsabilità nel vestire la maglia biancorossa per onorarla sempre. Che si vinca o che si perda. Bene, ora tale atto di responsabilità va esteso anche a tutti coloro che popolano le tribune di Valmaura. In particolare a chi, con comportamenti irresponsabili, ritiene sacrosanto sfogare la propria rabbia per un paio di fischi dubbi da parte degli arbitri recapitando non solo bottiglie di plastica, ma anche monetine (come quella da cinque centesimi, arrivata sul parquet poco distante dalle postazioni della tribuna stampa). 

In attesa che un conto salatissimo venga pagato da tutti i responsabili che, grazie alle loro mirabolanti azioni, priveranno seimila persone della gioia di poter vedere nell’immediato futuro la propria squadra nella comodità del PalaTrieste, attendendo anche ciò che potrà portare il ricorso presentato per le due giornate di squalifica (sperabilmente, con la riduzione a un solo turno fuori dalle mura amiche), è evidente che c’è bisogno di una riflessione profondissima. Fatto fermo che l’atto meschino va circoscritto solamente a uno sparuto manipolo di persone (quanto è difficile, in tal senso, un daspo a lungo termine?), è evidente che il precedente che si è creato – e che di fatto ha messo in brutta luce una piazza che vive di sport e di basket – deve portare la Pallacanestro Trieste come società ad agire col pugno di ferro. E i suoi tifosi (e perché no, anche coloro che in parte tendono a “giustificare” ciò che è accaduto a causa dei fischi arbitrali avversi) a prendere la consapevolezza che l’entusiasmo di questa serie A, vissuta dalla squadra come splendida protagonista, va preservato e conservato. E non gettato in campo, come si lancia una bottiglia di plastica o una monetina da cinque centesimi.


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