Trieste, 09 Maggio 2025

Da Ros: "Siamo tornati ad essere compatti"

09 Gennaio 2021 Autore: Alessandro Asta

Non chiamatela “rinascita”, la sua. Il buon momento di Matteo Da Ros, così come quello dell’intera Allianz Trieste che andrà a fare visita domani pomeriggio alla Fortitudo Bologna, è figlio di una situazione che, dopo tante settimane di difficoltà, si è finalmente stabilizzata a livello di squadra. E con la possibilità di lavorare parecchio ma con maggiore tranquillità, i risultati sul campo si sono visti ad occhio nudo.

Le ultime due vittorie casalinghe vi hanno rivitalizzato: come siete usciti dall'impasse che aveva contrassegnato la vostra ripartenza dopo il Covid?
Non credo che impasse la definizione più accurata: è stato un momento che ha portato problematiche mai poste prima a stagione in corso a tutta una squadra e così tanti componenti di uno stesso gruppo. Ne siamo usciti tutti abbastanza bene, chi come me con qualche acciacco che ancora si porta dietro o chi è uscito meglio, abbiamo ritrovato la voglia di stare in palestra e stare insieme nonostante le difficoltà poste dal calendario e dal voler recuperare tutti i match prima della fine del girone di andata. Dopo questo tour de force di partite e di una conseguente mancanza di allenamenti, con il periodo forzato di riposo e inattività fisica che per un atleta è tremendo in un mese come quello di novembre, ci siamo compattati e abbiamo ritrovato le risposte che cercavamo. Ognuno porta un piccolo tassello all’obiettivo, che è quello che deve essere raggiunto dalla squadra

Sei tornato a ritagliarti un ruolo importante in questa team proprio nell'ultimo periodo. Come vivi questo momento positivo non solo per la squadra, ma anche per te?
Personalmente non ho mai avuto la sensazione di essere ai margini della squadra: anche nelle partite in cui ho giocato meno, scendendo in campo mi sono sempre sentito di avere un ruolo fondamentale. Lo dico senza presunzione di sorta e senza nessuna arroganza nel richiedere qualcosa di importante, ma consapevole che il lavoro che svolgo è quello che può essere più utile alla squadra. In certe situazioni le statistiche non dovrebbero giudicare le partite dei giocatori, soprattutto di quelli che hanno maggiormente a cuore le sorti della Pallacanestro Trieste: spesso i primi ad essere additati maggiormente quando le cose non vanno bene sono quelli della cosiddetta “vecchia guardia”, ma credo che sia proprio quest’ultima il motore che sta facendo girare bene il nostro team. Personalmente sono contento di essermi ritagliato uno spazio di primo piano, credo che tutto sia il frutto del lavoro fatto durante gli allenamenti, così come della comunicazione con i miei compagni e di quanto siamo di aiuto e di supporto l’uno con l’altro.

Domenica c'è la Fortitudo: una sfida tra due squadre che sembrano rinate dopo le difficoltà. Quale sarà la ricetta per tornare a fare punti anche in trasferta?
La loro è una delle poche squadre che per fortuna si è salvata dal contagio del Covid: ne sono contento perché nessuno vuole che le altre squadre si fermino come purtroppo è successo qualche giorno fa a Varese. Sembra che abbiano ritrovato il ritmo di gioco e la passione dello stare in campo, cosa che prima non sembravano avere, nonostante abbiano avuto tanti infortuni che è una cosa paragonabile alle defezioni dovute al virus. Sarà partita fondamentale per ambo le squadre, perché per entrambe c’è ancora la possibilità di entrare a far parte delle Final Eight di Coppa Italia. Queste partite devono essere disputate con la caparbietà con cui si giocano le partite in casa, ma anche con lo stesso desiderio dell’aiutarsi a vicenda e di non sgretolarsi nelle difficoltà. Ormai la questione di giocare in trasferta è relativa, specie in un campo che è stato sempre ostico dal punto di vista della presenza del pubblico, spesso capace di cambiare in passato le sorti di una gara.


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