Trieste, 26 Aprile 2024

Fuori in 40 minuti, un'altra "vetrina" non sfruttata a dovere

18 Febbraio 2022 Autore: Alessandro Asta

Ritrovarsi nuovamente col vestitino del gran ballo completamente sdrucito: è confermato, all’Allianz i grandi appuntamenti riservati alle big fanno venire le vertigini. E dopo l’eliminazione sempre ai quarti di Coppa Italia del 2021 e a una serie di play-off scudetto sicuramente non eccelsa come quella della passata stagione, ecco un’altra mesta apparizione in una vetrina importante. Momenti e squadre profondamente diverse, ma una sostanza che non cambia di una virgola.

Quella rimediata ieri contro Tortona è una sconfitta che brucia (e quel “That hurt”, scritto da Adrian Banks in storia sul suo profilo Instagram subito dopo il ko, fa capire la delusione) e che inevitabilmente riporta con i piedi per terra un team che – pur dopo un girone d’andata che non va dimenticato, per la bontà dei risultati conquistati sul parquet – dimostra di non riuscire ancora a fare un ulteriore step in avanti a livello di ambizioni. E questo è inequivocabilmente una sorta di peccato originale che Trieste, già da tempo inserita nei piani alti della massima serie, non riesce a scrollarsi di dosso una volta che la posta in palio comincia ad alzarsi.

I brutti quaranta minuti con cui l’Allianz ha concluso in maniera nuovamente troppo repentina la bella avventura delle Final Eight portano però in dote anche delle considerazioni squisitamente tecniche: assieme alla debacle di sabato scorso a Brescia, le ultime due partite giocate sono la perfetta istantanea di una squadra costretta nuovamente (e per l’ennesima volta in questo campionato) a trovare gli equilibri giusti. Sia con la Germani che soprattutto contro la Bertram, Trieste ha finito con lo sciogliersi alla distanza: troppo ordine e precisione da parte delle avversarie oppure l’ipotesi che Franco Ciani sia costretto nuovamente a ricostruire quella buona parte delle alchimie che avevano contraddistinto la prima parte del campionato biancorosso?

La verità - quasi sempre - sta nel mezzo: ben venga dunque la pausa di stagione per le nazionali, perché il nastro per trovare la quadratura del cerchio va riavvolto completamente in palestra. Le nuove certezze dovranno giocoforza essere ritrovate in cabina di regia, perché con un Davis in debito di adeguato fosforo nelle ultime tornate e con un Alexander tutto da inserire negli schemi giuliani, di lavoro ce ne sarà parecchio in palestra da qui alle settimane che verranno. Per il momento, resta l’enorme rammarico dell’ennesimo “mordi e fuggi” in una competizione che andava onorata in maniera diversa. E che si trasforma in un’altra occasione sciupata malamente.


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