Da quel 15 settembre scorso – data della prima sfida di stagione tra Trieste e Udine, vinta a Valmaura dai biancorossi in Supercoppa – sembra davvero passata un’eternità. È praticamente inutile fare dei distingui su ciò che è stato e ciò che sarà domani nell’”astronave” di via Flavia dopo la palla a due delle ore 21.00 (arbitreranno Boscolo Nale, Centonza e Grappasonno), tuttavia un derby così è già importante per l’economia di una intera regular season. Non solo per la squadra, ma per un’intera piazza.
La vittoria nel turno infrasettimanale a Piacenza ha certamente ridato un po’ di quella autostima che la Pallacanestro Trieste aveva smarrito nei tre precedenti ko di campionato. Ha ritrovato un leader (Filloy), ha saputo tamponare l’assenza di un altro leader (Reyes) e ha saputo stringere i denti in un finale di partita complesso. Si riparte da qui, dalle tante perplessità che non sono ancora diventate certezze assolute ma al tempo stesso da una serie di segnali incoraggianti intravisti mercoledì scorso al PalaBanca: al netto di una gestione insufficiente del vantaggio in doppia cifra e di tutti i palloni buttati alle ortiche, Trieste ha dimostrato di esserci con la testa nel momento più caldo. E in una fase di “rodaggio” – termine che il GM Mike Arcieri piace utilizzare per spiegare le difficoltà sin qui incontrate – è un passaggio che quantomeno dimostra che la fiammella dell’orgoglio di squadra è accesa.
A fare pronostici saremmo (quasi) tutti propensi a spostare l’ago della bilancia verso l'Apu di coach Vertemati: perché al derby di domani ci arriva con tre vittorie di fila e quattro punti in più dei biancorossi, ma anche con una settimana completa di lavoro senza giocare l’infrasettimanale contro la Fortitudo. E forse perché il team di Vertemati sembra aver già trovato una piccola quadratura del cerchio su come stare sul parquet. Ma lo sanno anche i muri che partite di questo calibro sfuggono via dalla logica e dalle quote dei bookmakers, specie se domani il PalaTrieste sarà ribollire di passione (si va verso le 5000 presenze) e diventare il sesto uomo che la banda di Jamion Christian (riconfermatissimo proprio dal GM nella puntata di ieri sera di "Tripla de tabela", segnale che dalla stanza dei bottoni si predica tranquillità e pazienza e si crede ciecamente nel progetto estivo) necessita come l’ossigeno. E sì: checché se ne dica, la sfida contro l’Apu diventa comunque un punto di svolta di stagione. Perché vincerlo vorrebbe dire uscire definitivamente dal momento nero dal punto di vista dei risultati negativi e rilanciarsi in classifica, perderlo invece sarebbe potenzialmente l’apripista di una nuova crisi. E a conti fatti, la Pallacanestro Trieste ha la necessità di riempire di entusiasmo il serbatoio di squadra e quello dei propri sostenitori, rimasto desolatamente vuoto dopo gli ultimi passaggi a vuoto.
Corriamo dunque tutti a Valmaura domani sera: perché saremo tutti in missione. Dentro e fuori dal campo.