Perdere a Venezia non è una tragedia, così come non lo è contro Trapani, Wurzburg e naturalmente il Galatasaray. Il calendario, in questo avvio di stagione, non è stato certo generoso, e questo è un dato di fatto. Il punto è come si perde. Già di per sé le quattro sconfitte nelle prime cinque gare ufficiali rappresentano un bottino deficitario per una squadra partita con ambizioni importanti, se poi si considera il modo in cui sono arrivati questi ko, il quadro diventa ancora più preoccupante. Trieste ha perso due volte nettamente: una in Germania e una, ieri, in maniera davvero poco encomiabile, per non dire di peggio. Contro i siciliani, all'esordio, era riuscita a risollevarsi dopo un primo tempo modesto e solo contro i turchi, nonostante un inizio complicato, i biancorossi avevano dimostrato qualità. Se ci mettiamo che anche il successo di Napoli aveva evidenziato diverse lacune, il bilancino di ottobre è decisamente sotto le aspettative.
Il punto, come anticipato, non è il risultato, o almeno non solo quello. Gli uomini di Gonzalez continuano a presentare una difesa imbarazzante, piena di buchi e di autostrade per gli avversari. Troppi canestri in ripartenza, penetrazioni degli altri a go-go, rimbalzi concessi come se piovesse. E un'inerzia, ieri ma non solo, costantamente in mano agli avversari. 102 punti subito al Taliercio, 91 dal Galatasaray e dagli Shark: se si vuole andare lontano bisogna invertire da subito la tendenza dimostrando, al netto di qualsiasi scelta tattica, un animo diverso e una cattiveria agonistica superiore a quella messa in campo finora.
Questo per quanto concerne la squadra, il collettivo. Perché poi c'è anche il problema dei singoli. A parte Ramsey, fin qui convincente, gli altri nuovi non hanno convinto. Sissoko ha capacità e si sbatte sotto canestro ma sembra troppo solo, Toscano-Anderson è migliorato rispetto alle prime prove ma non è ancora all'altezza del suo nome. Ma anche i reduci della scorsa stagione stanno giocando sottotono: Uthoff sembra un altro giocatore, Ross si accende e si spegne e anche Ruzzier fin qui non ha inciso.
L'argomento panchina è forse il più delicato. La sensazione è che non si sia ancora creata l'alchimia ma probabilmente ci vuole tempo. C'è chi critica Gonzalez per i suoi silenzi e per l'atteggiamento apparentemente compassato ma non per forza gridando si inverte il risultato. Diamogli tempo, a lui e alla squadra, ma attenzione che non ce n'è troppo: dopodomani in Bosnia ci si gioca già un pezzo d'Europa e domenica prossima c'è il derby con Udine. Fallire questi due appuntamenti potrebbe diventare esiziale.