In un momento difficile per la squadra, sul fronte del tifo organizzato la volontà è quella di non mollare di un centimetro, specie in previsione del derby contro l’Apu Udine di domenica prossima a Valmaura. I ragazzi della Curva Nord saltano a piè pari le voci di un presunto disinnamoramento ai colori biancorossi dopo le ultime prove infelici della Pallacanestro Trieste, pur sottolineando l’insoddisfazione attuale di quanto il team di coach Jamion Christian sta facendo vedere sul parquet.
Partiamo innanzitutto da un numero di presenze spesso non eccelso che si è visto sin qui al palazzo dello sport: anche il tifo organizzato ne sta risentendo?
“È innegabile che vedere in media poche migliaia di persone al PalaTrieste sia un ambito che deriva dalla retrocessione dello scorso anno mal digerita dalla piazza. Pensiamo anche che ci siano stati degli errori in fase di campagna abbonamenti estiva, sia per la fidelizzazione dei vecchi abbonati che per non essere forse riusciti a creare l’appeal giusto ai nuovi. Sul discorso delle presenze, va comunque sottolineato che si è giocati le prime due partite interne in infrasettimanale e con la Fortitudo ci sono stati quattromila presenti: alla fine, il pubblico ama comunque venire al palazzo”.
Sul fronte di una passione del tifo che sembra essere diminuita negli ultimi tempi, cosa pensate che sia cambiato negli ultimi mesi?
“Secondo la nostra personale opinione, Trieste è una piazza appassionata che vive di pallacanestro, ma al tempo stesso ha bisogno di determinate situazioni per innamorarsi. In fondo, il PalaTrieste si è riempito anche in campionati in cui la squadra faceva fatica a salvarsi in serie B, crediamo tuttavia che negli ultimi tempi il pubblico non sia più al centro del villaggio nei progetti della società. E questa sorta di sfiducia parte da lontano, ben prima di questa fase iniziale di campionato non certo brillante a livello di risultati ottenuti”.
Recentemente si sta parlando molto del rapporto tra Curva Nord e la società: quale è la vostra posizione a riguardo?
“Va fatta una distinzione tra proprietà e dirigenza: con l’avvento della prima, c’è stato da subito empatia e senso di rispetto reciproco, anche perché il presidente Richard De Meo e tutti i nuovi soci si sono posti con noi con il rispetto e la voglia di apprendere una cultura cestistica molto diversa da quella americana. Pensiamo però che dall'inizio di questa stagione la proprietà stessa sia un po’ sparita dai radar e che le azioni dell’attuale dirigenza poco si conciliano con la tifoseria triestina. Forse il progetto intrapreso sin qui non è così adatto per questa serie A2”.
Dopo la trasferta di Piacenza di mercoledì sera, arriva il derby contro Udine: che sensazioni provate, in un momento certamente non facile per la squadra?
“È la partita dell’anno, cerchiata in rosso sul calendario già da mesi. Smentiamo categoricamente una forma di diserzione dal palazzo o forme di contestazione durante la partita, invitiamo invece tutta la cittadinanza a onorare il derby che è un appuntamento importante per la Pallacanestro Trieste e soprattutto per tutti i tifosi. Ci auspichiamo che in tanti vengano a sostenere la maglia biancorossa, al termine della partita trarremo poi le conclusioni sulle azioni da intraprendere in futuro”.