Conteranno i dettagli. E detto fuori dai denti, conterà soprattutto uscire dalle due gare di Desio con almeno una vittoria in tasca. L’attesa è finita: da domani sera Trieste affronta la sua ultima salita verso la serie A. Quella sicuramente più ripida, perché davanti c’è una Cantù poco propensa a fare sconti sul proprio parquet, ma al tempo stesso essere arrivati sino al capitolo finale di stagione rappresenta la più classica delle occasioni da non vanificare. I biancorossi lo sanno perfettamente che nella tana di una squadra che tra le mura amiche ha saputo vincere 16 partite su 20 in stagione non si potrà minimamente calare l’attenzione neppure per un secondo.

Si è parlato per giorni di pregi e difetti di una Acqua S.Bernardo che ha fatto leggermente più fatica di Trieste tra quarti e semifinali, che ha fisicità da vendere e talento cristallino in buona parte del proprio quintetto-base, ma anche che sa spegnersi e riaccendersi di botto per tanti break e contro-break lungo i quaranta minuti. E forse questa sarà la chiave che la formazione di Jamion Christian dovrà sfruttare: la squadra di Cagnardi è forte e coriacea, tendendo a lavorare su ritmi alti offensivamente parlando, ma se presa in velocità può far fatica in difesa. Ecco che tutto ciò che ha saputo far breccia sia contro Torino che nella serie precedente contro Forlì va ripreso in mano, cercando anche di sfruttare la duttilità di uno starting five giuliano che non dovrebbe allontanarsi troppo da ciò che si è visto di recente (Ruzzier, Brooks, Reyes, Candussi e Vildera sono i chiari indiziati ad essere in campo sulla palla a due).

Sarà anche una battaglia sul fronte del pubblico: PalaFitLine con pochi posti a disposizione per gara-1 domani, mentre dalle parti di Valmaura c'è già da registrare il tutto esaurito a una settimana dalla prima partita in casa. Questi sono i playoff gente: allacciate le cinture, stavolta servirà di sicuro.

(credits ph. Pallacanestro Cantù)