Una piccola “liberazione”, dopo giorni passati sulla graticola. Il giorno dopo la netta vittoria dell’Allianz sulla Vanoli, la sensazione più forte è che il +25 finale rifilato a Cremona vada sì analizzato per l’attuale (poca) competitività dei lombardi, ma al tempo stesso rappresenta il segnale che tutti si auspicavano di vedere dopo la prima palla a due del campionato. E un qualcosa che non era scontato affatto, a dirla tutta.

“Rispetto all’ultima Supercoppa siamo stati un’altra squadra, partendo dalla difesa e proseguendo con l’attacco”: le parole di Eugenio Dalmasson nel dopo-partita sono chiare e inconfutabili. E da un punto meramente statistico, fare un distinguo tra quello che era accaduto con la De’ Longhi e ciò che invece è andato in scena ieri pomeriggio contro il team di Galbiati potrebbe essere – almeno in primissima istanza – fuorviante. Contesti completamente diversi, questo è palese, ma il 142 di valutazione globale di squadra contro Cremona, se paragonato al 61 inanellato con Treviso, già spiega un po’ il trend diverso tra un match e l’altro. Così come per quanto riguarda il doppio degli assist dispensati (28 ieri sera, contro i 15 con la De’ Longhi) e i 44 tiri totali in area tentati contro i soli 27 dell’ultima di Supercoppa. Al di là di aver affrontato due squadre strutturate in maniera completamente diversa l’una dall’altra, è innegabile che contro la Vanoli la palla a spicchi sia circolata sul parquet in maniera completamente differente, con Trieste maggiormente propositiva in pitturato. Sicuramente approfittando di una difesa ospite a dir poco ballerina, ma al tempo stesso sfruttando tutte le opportunità che si sono create nei primi quaranta minuti di campionato.

Certo, il calendario ora offre sfide da brivido (prima Sassari, poi Milano) e i primi veri “test da stress” per l’Allianz arriveranno nelle prossime settimane. Ma quel primo, piccolissimo segnale positivo di squadra è arrivato: e per il momento va bene così.