Trieste, 03 Maggio 2025

A Venezia una versione "pulcino bagnato" con poca energia e troppo nervosismo

14 Aprile 2025 Autore: Alessandro Asta

Sarà davvero, come successo a Trapani poco meno di un mese fa, unicamente un nuovo incidente di percorso? A mente fredda, i quaranta sterili minuti della Pallacanestro Trieste sciorinati sul parquet della Reyer fanno capire innanzitutto due cose: la prima, che chi incontrerà Venezia sulla propria strada avrà vita durissima d’ora in avanti. La seconda, ben più importante per ciò che riguarda la squadra di Jamion Christian, è che quello visto ieri al Taliercio dai biancorossi è il volto oscuro di una squadra che quando si arena così nei primi minuti contro formazioni così solide, non ha poi fosforo e forza necessarie per rovesciare l’inerzia. E in chiave di una post-season che comunque si avvicina sempre più con la contemporanea sconfitta di Tortona a Sassari (unica vera nota lieta di giornata), è un qualcosa che va analizzato bene in casa giuliana.

Mai in partita e messa costantemente sotto scacco in pitturato: se il secondo aspetto era facile potesse accadere, vista la netta differenza di fisicità con Venezia, ciò che non è piaciuto per niente nella trasferta in laguna è anche il troppo nervosismo biancorosso. Perché se da un lato la tanto desiderata difesa forte che andava messa in campo contro Kabengele e soci non c’è minimamente stata, quei tre falli tecnici fischiati e il mucchio di trash talking a cui poi non c'è stato un seguito dal punto dell'energia necessaria per bloccare gli ingranaggi lagunari suona ulteriormente come nota stonata, nei 40’ appena messi alle spalle. E con poca precisione anche dalla lunga distanza, la frittata al Taliercio si è materializzata quasi subito: è stata una Trieste versione “pulcino bagnato”, che fa un po’ a pugni con lo splendido campionato sin qui confezionato. Un passaggio a vuoto - considerata la forza della Reyer - che ci sta sino a un certo punto e che dà l’impressione di come ieri a Venezia sia anche mancata un pochino di fame, con annessa impossibilità di cambiare il trend di un match che è sembrato già scritto pochi minuti dopo la palla a due. Un monito importante e una lezione da imparare, se si vuole più in là studiare da protagonisti ai playoff.

(credits ph. Ciamillo-Castoria)


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