Una partita del campionato regionale Under 17 diventa l'ennesima occasione per dare sfogo a razzismo e discriminazione. Vesna - Torre è stata anche una bella partita, finita 3-3 con una rimonta nella ripresa da parte della squadra di Santa Croce contro la prima in classifica. Ma anche il calcio giovanile, purtroppo, si trasforma in teatro di comportamenti inaccettabili: “Il guardalinee del Torre durante il secondo tempo ha proferito frasi razziste nei confronti dei nostri giocatori” spiegano dal Vesna. Difficile fare classifiche in questi casi, ma che a dare degli 's'ciavi' a dei ragazzi di 17 anni o meno sia un dirigente è anche più odioso di insulti (comunque inaccettabili) che possano arrivare dagli spalti. Lo stesso esponente della società pordenonese, secondo quanto affermato dai responsabili carsolini, avrebbe poi anche ammesso le frasi che gli sono state attribuite.
Qualcuno magari potrà pensare che certe parole sono solo sfottò o goliardia ma, al di là del fatto che i dirigenti dovrebbero evitare qualsiasi tipo di provocazione agli avversari, chi è a stretto contatto con i ragazzi (e chi li segue da spettatore) dovrebbe avere ben presente quale sia il confine tra goliardia e insulto, tra sfottò e razzismo. Non è la prima volta che accadono episodi del genere, anche recentemente ne sono emersi parecchi, e guai a cadere nella tentazione di dire che è sempre successo. Per fortuna si può (e in questo caso si deve) cambiare.