Trieste, 31 Maggio 2025

Unione e basket senza tifosi, in Europa liberi tutti: la Uefa tace?

23 Ottobre 2020 Autore: Gabriele Lagonigro

Martedì scorso le immagini scioccanti dall'Olimpiyskiy Stadium di Kiev, dove i padroni di casa della Dinamo hanno perso 2-0 con la Juventus. Lo stesso giorno gli highlights - allucinanti - da San Pietroburgo, dove lo Zenit a sorpresa è stato battuto 2-1 dal Bruges. Si dirà: repubbliche ex sovietiche, dove il senso civico è meno sviluppato che più a ovest. In parte è vero, peccato però che in Francia (sì, proprio Oltralpe dove ieri si è stabilito il record assoluto di contagi con 41 mila casi in ventiquattr'ore), per l'esordio del Rennes in Champions League contro il Krasnodar (1-1), la situazione - se non identica a quella di Ucraina e Russia - abbia comunque lasciato perplessi. Già, perché mentre dalle nostre parti (e non solo: in quasi tutto il continente gli stadi sono off limits per il pubblico) si applicano misure comprensibilmente restrittive, costringendo società come la Triestina o la Pallacanestro Trieste a perdere non meno di un milione/un milione e mezzo di euro a testa a stagione, altrove invece si scorazza impunemente per gli impianti, e mica in quattro gatti. A Kiev erano presenti 20 mila spettatori (persino Andriy Shevchenko in tribuna è stato beccato senza mascherina), sul Baltico la curva di casa era occupata dagli ultras a torso nudo e con bandieroni (figuriamoci le protezioni a naso e bocca...), a Rennes i numeri erano decisamente inferiori ma la distribuzione dei posti con tifosi ammassati e distanziamento ridotto al minimo ha davvero del clamoroso.

La domanda è duplice: ma la Uefa, il massimo organismo del calcio continentale, dorme o fa finta di non vedere? Com'è possibile che si lasci ai singoli paesi (o persino alle regioni) la possibilità di intervenire su un argomento di vitale importanza e non si riesca a prendere una decisione comune? La seconda riguarda tutti noi ed in particolare le generazioni più giovani: ad un pulcino o a un esordiente del calcio giovanile triestino come si spiega che il suo campionato è rinviato a data da destinarsi mentre altrove, magari con qualche bicchiere di vodka in corpo, si festeggia, si danza e si canta in diretta televisiva come se il virus fosse solo affar nostro? Quesiti che purtroppo non hanno risposta e che lasciano ulteriormente perplessi sulla gestione (soprattutto degli altri) di questa pandemia. 


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