Trieste, 09 Luglio 2025

Troppi soldi nel calcio dilettantistico? I presidenti la pensano così

08 Luglio 2025 Autore: Christian Terracciano

Il tema è sempre attuale, talvolta dietro le quinte e in altri casi in maniera più esplicita. Stavolta a lanciare il sasso nello stagno del calcio dilettantistico sui rimborsi troppo alti è stato il presidente regionale della Figc Lnd, Ermes Canciani. Veri e propri stipendi, per il numero uno del calcio Fvg. Nel mezzo della tempesta tuonano anche alcuni presidenti del pallone nostrano, tutti con la stessa paura: perdere il valore del calcio.
Per Ezio Peruzzo, fresco di promozione in Serie D con il San Luigi, la questione va vista alla lontana, dal momento che tocca argomenti economici e politici: “La colpa è sicuramente dei presidenti, che non mettono la moralità in cima alle priorità. Però è anche giusto che ognuno decida in base alla sua tasca, dal momento che il mercato è libero: questo è oggi, era ieri e pure l’altro ieri. Quando tu permetti che i giocatori siano liberi dal primo di luglio di andare dove vogliono, devi tener conto che una società può non avere più interesse di portare un ragazzo dai Pre-Pulcini alla prima squadra, perché arriverà un direttore sportivo che se lo porterà via, offrendogli mille euro al mese. Il punto importante da capire – rimarca Peruzzo - è che la società che ha lavorato 15 anni per crescerlo prende un rimborso con cui non paga neanche le docce che ha fatto il ragazzo. Poi, se aggiungiamo la figura del procuratore, che nei dilettanti è una biscia, capiamo che questi due ingredienti messi insieme fanno sì che il calcio, partendo dalla nazionale e venendo in giù, sia diventato un mondo malato”.
Anche per Alex De Bosichi, numero uno della Trieste Victory Academy, il male del calcio sono gli pseudo procuratori, offrendo però uno spunto per limitare questo problema: “La nuova riforma, con l’introduzione di veri e propri contratti di lavoro sportivo che si adegua ai compensi già presenti in Veneto, ha portato al fatto che non si possa più parlare di dilettantismo: le società sono diventate aziende, per cui si può parlare di qualsiasi cifra. La Federazione deve agire per bloccare questi meccanismi, introducendo un’abilitazione, come per gli allenatori, anche per i procuratori. Il problema più grande – secondo il presidente della società di Borgo San Sergio - è che chiunque può improvvisarsi agente, vendendo sogni irrealizzabili ai giovani e facendo del male alle famiglie , arrivando addirittura a farsi pagare e promettendo provini per squadre professionistiche. Ed è proprio qui che nasce il vero male, nel settore giovanile, mentre nelle prime squadre ci sono altre dinamiche”.
Se per Peruzzo e De Bosichi il problema più grande che incombe sul calcio dilettantistico è quello dei procuratori, il presidente del Muggia 1967, Marco Bertocchi, offre una visione diversa: “Questi problemi ci sono sempre stati, e sono d’accordo con quanto detto da Canciani, anche se non batte tanto con la nuova riforma dell’Eccellenza. Mi spiego meglio: togliere i fuori quota, considerando il gran successo della rappresentativa Under 19 al Torneo delle Regioni, è un enorme passo indietro, perché così facendo le squadre non puntano più sui giovani ma sui giocatori affermati, che chiedono stipendi alti. Tanti dicono che se i giovani sono forti giocano lo stesso, ma il problema rimane comunque, perché tanti allenatori preferiscono puntare sul vecchio esperto e non sul giovane che magari esplode. E da questo si arriva alla brutta faccenda dei procuratori, che creano grandi disparità finanziarie tra le società e le regioni”.


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